Orlandina lei, acquedolcese lui, ieri sono arrivati a destinazione, hanno raggiunto i 5500 metri del massiccio montuoso appartenente alla catena dell’Himalaya, l’Annapurna. Dalla pagina facebook di Gabriella si legge: “E’ una terra dura questa, basse temperature, sentieri e passaggi mai messi in sicurezza, scomoda, dove noi occidentali difficilmente potremmo vivere. Eravamo rimasti sulla strada per il lago Thilicio, ci siamo arrivati facendo una deviazione fino al campo base del lago, percorso dove si rischia la vita e dove percorrere quei sentieri a strapiombo larghi meno di 40 cm e con le pietraie che ti ruzzolano addosso e come passare con il rosso al semaforo di una grande città, infatti tutti i giorni ci sono incidenti e gli elicotteri fanno avanti e indietro per soccorrere i feriti. Anche noi ce la siamo vista brutta sia alla andata che al ritorno, un occhio in alto per monitorare e cercare di schivare i sassi che ruzzolano da queste vecchie montagne ed uno a dove mettiamo i piedi per non volare giù dal sentiero, ma qui è così”. Poi Gabriella si rivolge al figlio Lorenzo, al quale dedica questo traguardo: “afferra un sogno amore mio e portalo più in alto che puoi”.

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