Anche se è stata una grande storia – piena di esaltazioni più che di vittorie, ma pure quelle contano – alla fine prevale il rammarico. Il dispiacere per ciò che poteva essere e non è stato: i traguardi falliti, a cominciare dallo scudetto che probabilmente è mancato più a lui che a noi, ma soprattutto – adesso – per come è finita. Poteva esserci una conclusione non solo più romantica, come è stata per Totti, ma più giusta. Per lui e per noi. Il fatto che Daniele De Rossi, il nostro ultimo condottiero, non abbia deciso di smettere di giocare ma solo di andarsene, rende più amaro il suo addio. Magari non per lui, di certo per noi tifosi. Non perché cambierà bandiera – quello non accadrà, dovunque andrà e qualunque cosa farà i suoi colori resteranno il giallo e il rosso – ma perché doveva e poteva finire senza uno strappo che sarà pure la naturale conseguenza di progetti, calcoli e interessi che giustamente a un certo punto divergono, però resta sempre uno strappo. Magari un giorno sarà ricucito e pure bene, ma intanto adesso c’è.

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