Si tratta di una delle più assurde ingiustizie sessiste in Italia e in Europa, eppure se ne parla pochissimo, forse perché nemmeno molte donne sono consapevoli di essere quotidianamente discriminate perché, appunto, donne. 
Oggi il Parlamento ha bocciato nuovamente la Tampon Tax, ossia la proposta di legge del Pd che prevede la riduzione dell’Iva sugli assorbenti e sui pannolini, oltre che su altri prodotti igienici femminili. Al momento l’Iva è al 22% e la proposta prevedeva di abbassarla al 5%, come già avviene in Europa (per la precisione: in Francia la tassa è stata ridotta dal 20 al 5,5%; l’Irlanda non applica alcuna sovrattassa agli assorbenti; nei Paesi Bassi è al 6%). 
Ma il Parlamento ha bocciato la proposta giustificandosi con il fatto che non ci sono soldi per pagare la copertura: da questi acquisti – pagati esclusivamente dalle donne – lo Stato guadagna tra i 220 e i 300 milioni di euro l’anno. Troppi, per rinunciarvi. Peccato che a pagare siano solo le donne. 
Il dibattito sulla tampon tax è molto importante, considerando che per le donne l’uso dell’assorbente non è un optional. Per questo motivo, le proteste femministe in tutto il mondo hanno usato come arma il cosiddetto ‘freebleeding’, sanguinamento libero. Molte sono le donne che hanno annunciato che non utilizzeranno più assorbenti – con tutte le conseguenze del caso – finché questa assurda ingiustizia non sarà riparata.

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