La notizia è rimbalzata sui media italiani e internazionali.
Inizialmente si è parlato di eutanasia, ma il caso di Noa si è rivelato
essere altro. La 17enne aveva infatti chiesto di poter accedere alla
“dolce morte”, ma in realtà non era mai arrivato il consenso. Da qui la
decisione, presa assieme alla sua famiglia, di “fare da sè”, lasciandosi
di fatto morire di fame e di sete.
Ad evidenziare l’errore,
tra gli altri, il radicale Marco Cappato che, sui social, ha
sottolineato come non si sia trattato di eutanasia: “L’Olanda ha
autorizzato #eutanasia su una 17enne? FALSO!!! I media italiani non
hanno verificato. L’Olanda aveva RIFIUTATO l’eutanasia a #Noa. Lei ha
smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari
consenzienti”.
Voglio arrivare dritta al punto: entro un massimo di 10 giorni morirò – aveva scritto Noa, rendendo noto il suo proposito -. Dopo anni di continue lotte, sono svuotata. Ho smesso di mangiare e bere da un po’ di tempo, e dopo molte discussioni e valutazioni, ho deciso di lasciarmi andare perché la mia sofferenza è insopportabile. Respiro, ma non vivo più”.