Si è svolta questo pomeriggio, presso la sala Stampa “Daniele Di Noto” del PalaSikeliArchivi, la conferenza stampa di coach Marco Sodini in vista della serie di Finale Playoff contro Treviso. Gara 1 si giocherà martedì 11 giugno alle ore 21 al PalaVerde di Treviso.
«Sarà l’ultima conferenza stampa pre-partita della stagione. E’ bello farla l’otto giugno, perché vuol dire che siamo ancora qui a giocarcela ed è questa la cosa più importante. Nei giorni scorsi con Treviso ci siamo fatti complimenti reciproci, ma credo che siano complimenti assolutamente corretti perché dopo una regular season da 30 partite, 29 nel nostro caso e i playoff è chiaro che le squadre che sono arrivate in fondo sono assolutamente meritevoli di questo palcoscenico.
Treviso ha un concetto comune e un concetto differente da noi: quello comune, figlio della provenienza mia e di Menetti dalla serie A, cioè che i telai fisici delle due squadre sono improntati a tendere verso una pallacanestro di livello più alto.
La cosa diversa è che la loro parola d’ordine è equilibrio. Hanno recuperato Logan, il loro go-to-guy nei momenti decisivi, però escluso lui gli altri giocatori sono assolutamente equilibrati. Hanno uno distribuzione delle responsabilità che è decisamente differente dalla nostra; una grande struttura sia offensiva che difensiva. Fanno della consistenza il loro marchio di fabbrica. Nei playoff hanno avuto più difficoltà di noi. Contro Trapani e Treviglio hanno subito qualche battuta d’arresto.
Questo sarà un vantaggio per noi? Questo resta un punto interrogativo. Uno dei punti chiave del nostro percorso è che negli ultimi 2-3 mesi abbiamo giocato 3 partite combattute: a Scafati, a Latina e gara 3 a Biella. Tutte le altre partite sono state sempre controllate da parte nostra e c’è il rischio che si crei una difficoltà maggiore a gestire le partite punto a punto.

Vogliamo andare a Treviso aggressivi, giocare la nostra pallacanestro, giocare sui 28 metri, permettere alla nostra transizione di non far schierare la difesa di Treviso e avere dall’altra parte una cosa che pochi ci riconoscono, ovvero la solidità difensiva, che poi è stata la chiave della crescita dei nostri giocatori. Io sono convinto che i miei giocatori siano tutti consapevoli del ruolo che hanno nella squadra. Le energie fisiche e mentali sono agli sgoccioli, le due squadre avranno la medesima voglia di arrivare in fondo da vincenti. Conta arrivare primi, lo so io e lo sa Menetti. Quello che abbiamo fatto finora è stato solo per essere qui adesso. E’ vero che bisogna giocarle, ma le finali si giocano per vincere.

Il Quadro che porto oggi è un dipinto di Casimiro Piccolo, denominato “I Maghi della Visione”. Casimiro è uno dei fratelli Piccolo, Baroni di Capo d’Orlando, vissuti in Sicilia nella prima metà del 1900, cugini di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo scrittore del Gattopardo. Casimiro era un acquarellista, un esoterista, appassionato di cose nascoste. Personaggio un po’ particolare, si alzava sempre alle 6 del pomeriggio, scambiando il giorno con la notte. Mi piaceva l’idea di prendere qualcosa di Orlandino e portarlo qui per l’ultima conferenza. La cosa bella è cercare di capire come vive un popolo per diventare un tutt’uno, un’unica realtà.
Per quanto riguarda il quadro, raffigura dei saggi che cercano di capire il libro del mondo. Ma i saggi qualche volta non capiscono esattamente cosa succede, possono anche sbagliare. In questo acquerello in particolare, un saggio guarda il libro da vicino con un cannocchiale, non vedendo praticamente nulla, mentre un altro lo legge con una lente d’ingrandimento alla rovescia. Questo è un augurio affinché tutti coloro che ci danno per sfavoriti, abbiano la stessa comprensione di questi saggi nei confronti del libro del mondo.»

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