“Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano” ha detto più volte Camilleri.

Di certo siamo noi in questo momento non solo ad abbassarci la coppola come segno di saluto e rispetto ma pregare affinché tutto finisca in meglio.
Andrea Camilleri nasce il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle(AG), figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe Camilleri, ispettore delle compagnie portuali che partecipò alla marcia su Roma.

Poeta, scrittore e persino autore di grandi successi e i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60 000 copie, anche se non tutti trovano il consenso unanime della critica che lo accusa di essere a volte ripetitivo.

Camilleri è stato tradotto in almeno 120 lingue (tra cui inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, irlandese, russo, polacco, greco,norvegese, ungherese, giapponese, ebraico e croato) e ha venduto più di 10 milioni di copie.

Nella nota finale del suo centesimo libro, L’altro capo del filo, pubblicato nel maggio 2016, Camilleri dichiara che questo è «un Montalbano scritto nella sopravvenuta cecità», infatti, a 91 anni ha dovuto dettare il romanzo alla sua assistente Valentina Alferj, «l’unica che sia in grado di scrivere in vigatese.»

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