Cari amici, è arrivato il momento di lasciarci alle spalle le polemiche interne per restituire a Forza Italia quella centralità che ha sempre avuto. Per tornare ad essere protagonisti del cambiamento dobbiamo puntare ad un congresso delle idee, senza cadere nell’errore di scivolare in individualismi esasperati, che non sarebbero compresi dai nostri sostenitori e che non hanno senso in un movimento, la cui leadership non è in discussione. Siamo una grande comunità che deve restare unita nel segno del rispetto reciproco. Un congresso dunque con proposte chiare e aperto alla società che cambia. E se la decisione cadrà sulle consultazioni popolari saranno – senza trucchi e giochetti – primarie delle idee e non dei personalismi. Non possiamo e non dobbiamo cedere né alle tifoserie né al catastrofismo, perché c’è ancora uno spazio politico enorme che possiamo occupare solo noi. E dobbiamo farlo per il bene dell’Italia, per assicurare ai nostri figli un Paese più libero, più ricco e più giusto.
Dopo oltre un anno di governo Lega-Movimento 5 Stelle, l’Italia è nel pieno di una stagnazione economica, che non permetterà né di rilanciare il lavoro e lo sviluppo, né di procedere all’attuazione di una vera flat tax. E questo mentre gli investimenti sono al palo, il necessario ammodernamento infrastrutturale è bloccato dai veti di un Movimento, i 5 Stelle, che è ideologicamente contrario alle grandi opere. Anche se sul contrasto all’immigrazione clandestina sono stati fatti giusti passi in avanti per difendere i nostri confini, dopo anni di lassismo della sinistra, c’è ancora un abisso da colmare perché senza nuove regole europee su ridistribuzione dei migranti e rimpatri, senza la riforma del Trattato di Dublino, i progressi di questo anno rischiano di essere scritti sull’acqua. E in Europa il Governo non ha la sufficiente autorevolezza per contare e farsi rispettare.
Forza Italia deve andare avanti per la sua strada, perché quando questo innaturale ‘contratto di governo’ avrà dispiegato tutti i suoi negativi effetti sulla tenuta economica, sociale e istituzionale del Paese, sarà chiaro ed evidente che le vere riforme che servono all’Italia, le potrà fare solo un governo di centro-destra. Senza Forza Italia non esiste il centro-destra ma solo una destra-destra che non può, da sola, bastare. Dovremo farci trovare pronti con le nostre idee e proposte per liberare il Paese dall’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria: quel momento non è lontano e la nuova fase che si è aperta nel partito, grazie alla generosità di Berlusconi, lo avvicinerà. Dobbiamo batterci per recuperare il terreno perduto in questi anni: centimetro dopo centimetro, metro dopo metro, possiamo farlo solo mettendo in campo le nostre proposte più che i nostri organigrammi.
Dobbiamo restituire voce all’Italia che lavora e che produce, che studia e si impegna, che si batte per il merito e la competenza. Non sono più i moderati, come li abbiamo chiamati a lungo e non lo sono perché la lunga crisi che abbiamo attraversato ha fiaccato le loro aspirazioni, ha precarizzato le loro vite. Servono nuove risposte e non sono quelle che sta dando questo governo: no a sussidi di Stato a carico delle future generazioni, sì invece ad un nuovo welfare che tuteli le famiglie, specie quelle con figli e alla lotta senza quartiere alle droghe. No al salario minimo, sì a un vero nuovo patto sociale che veda protagonisti Stato, imprese e lavoratori per un intervento sul costo del lavoro che metta più soldi in busta paga ai lavoratori e consenta alle imprese di assumere: solo cosìaumenteremo la produttività e i consumi interni. E invece di puntare sugli inutili ‘navigator’, sviluppare una formazione di qualità per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro (superando il gap tra le competenze richieste dalle aziende e i profili di neo laureati e diplomati e valorizzando l’alternanza scuola – lavoro e il contratto di apprendistato). Dobbiamo salvare il piccolo commercio che combatte contro i giganti del web e fa comunità, azzerando le tasse per i negozi di prossimità. E poi il Mezzogiorno che può rappresentare un volano di sviluppo straordinario se solo venisse messo in condizioni di competere, prima di tutto con un grande piano infrastrutturale e poi con importanti agevolazioni fiscali: zero Ires per le imprese del Sud, dimezzamento per quelle del Nord.
Insomma, c’è tanto lavoro da fare per creare il programma di un’Italia che, con la forza della ragione, della competenza, del merito ma anche dell’attenzione ai nuovi bisogni, vuole voltare pagina. Dobbiamo uscire dal presentismo, dalla comunicazione compulsiva a mezzo social, e pensare, con uno sguardo rivolto al futuro ed una visione ampia, all’Italia che vogliamo costruire. Liberandoci dal centralismo e da un populismo consolatorio, incapace di vere soluzioni.
L’Italia tornerà grande e lo farà, ancora una volta, con Forza Italia.
Con affetto,
Mariastella