Lunedì comincerà invece la battaglia parlamentare per la fiducia al governo

Finalmente,dopo giorni trascorsi col pensare che votare fosse l’unico modo per poter definire il tutto, abbiamo un governo.

Governo che nasce con una coalizione, fra due partiti politici di ampie divergenze ideologiche. Un Partito Democratico che ha visto fino all’ultimo, una forte opposizione da parte dei pentastellati che ha costretto il rimbalzare ai componenti del PD di un messaggio all’1.38 di ieri notte «È saltato tutto». Era da definire l’ultimo incarico che il premier voleva assegnare al segretario generale Roberto Chieppa, ma con Luigi Di Maio in prima persona,categoricamente, a rischio di far saltare tutto, l’obbligo è stato di assegnare l’incarico a Riccardo Fraccaro. Il perché?. Si parla di vigilanza e posizione strategica di un fedelissimo che come segretario generale può tenere gli occhi bene aperti su Conte.

Si tratta del 66esimo governo della storia repubblicana, nato circa 14 mesi dopo il precedente, sempre guidato dal professor Conte ma sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle. La nascita del nuovo esecutivo chiude così la crisi di governo aperta dal leader della Lega ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, con la mozione di sfiducia presentata in pieno agosto.

Una crisi che sembrava poter determinare nuove elezioni, ma che è stata invece risolta con un nuovo accordo parlamentare fra il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e altri gruppi presenti alla Camera e al Senato. La lista dei ministri presentata da Giuseppe Conte e sottoposta al Presidente Mattarella si compone dunque di 10 esponenti del M5s, 9 del PD, uno eletto tra le fila di Liberi e Uguali e un tecnico, l’ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese, che succede a Matteo Salvini alla guida del ministero dell’Interno.

Questa sera i ministri si vedranno per la prima volta per il Consiglio dei ministri che dovrebbe indicare anche il nome del Commissario Europeo spettante all’Italia: la scelta con ogni probabilità dovrebbe ricadere sull’ex Presidente del Consiglio ed esponente del PD Paolo Gentiloni.

Lunedì comincerà invece la battaglia parlamentare per la fiducia al governo. Toccherà prima alla Camera dei deputati esprimersi, anche se il risultato sembra scontato e il governo sembra poter contare su un’ampia maggioranza. Più complicato il discorso al Senato, dove teoricamente i gruppi che sostengono il governo contano solo su 162 senatori.