Napoli (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Fabian Ruiz, Insigne; Mertens, Lozano. All. Ancelotti
Liverpool (4-3-3): Adrian; Alexander-Arnold, Matip, Van Dijk, Robertson; Fabinho, Milner, Henderson; Mane, Salah, Firmino. All. Klopp
Il Napoli di Ancelotti questa sera si è schierato con un 4-4-2.
Analisi di una partita perfetta contro i campioni in carica.
Di fronte ad un Liverpool che ha cercato di ostacolare la costruzione bassa del Napoli attraverso un pressing offensivo, Ancelotti ha scelto di affidarsi alle costruzioni dirette sugli esterni e le sovrapposizioni dei terzini.
Durante lo sviluppo dell’azione il Napoli si è disposto con un 2-5-3, con i terzini alti sulla linea dei centrocampisti. Questo atteggiamento è stato accentuato maggiormente sulla sinistra dove Insigne si accentrava verso il centro alle spalle della seconda linea di pressione dei campioni in carica, liberando lo spazio a Mario Rui. Dall’altro lato del campo Callejon ha garantito l’ampiezza con Di Lorenzo che spesso è andato in supporto.
Il Napoli ha sviluppato il suo possesso palla attraverso una rete di passaggi disponendosi a rombi. Questo sviluppo ha portato il Napoli ad effettuare a centrocampo interscambi di posizione e rotazioni. Non tralasciando l’importante lavoro svolto da Mertens che attaccando la profondità è riuscito spesso ad allungare il Liverpool.
Ovviamente l’utilizzo di Mertens e Lozano dal primo minuto hanno permesso al Liverpool di uscire molto spesso vincente negli scontri fisici, ma questo ha creato grande dispendio di energia per i 4 di difesa che hanno dovuto seguire la mobilità dei due difensori.
Riepilogando, come Ancelotti è riuscito a mettere in apprensione il Liverpool?
- Sfruttando le corsie esterne attraverso sovrapposizione dei terzini
- Sfruttando la zona centrale del campo attraverso rapide triangolazioni, sfruttando tagli e passanti da parte degli attaccanti.
Il Napoli ha attuato un pressing offensivo, giocando a specchio sull’avversario. Quando il Liverpool ha effettuato la costruzione bassa degli avversari il Napoli ha cercato di orientare lateralmente l’uscita del pallone, procedendo con un pressing a specchio attraverso l’esterno alto che usciva forte sul terzino avversario mentre le due punte impedivano il cambio di lato. Tutti gli altri giocatori si sono orientati a specchio chiudendo scarichi ed appoggi degli avversari.
L’arma fondamentale questa sera del Napoli è stata la compattezza del 4-4-2 tra i reparti con grande densità in zona palla. Con i due centrali difensivi che hanno assorbito in uscita i centrocampisti e gli esterni che sono riusciti a venir fuori dal pressing grazie alle diagonali.