Mother With Baby Suffering From Post Natal Depression

La gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti, vissuti diversamente da donna a donna. Per tutte, è inevitabile imbattersi in conoscenti, amici e parenti (molte delle quali hanno già vissuto in prima persona una gravidanza) che sottopongono la futura mamma ad un vero e proprio stress psicologico.

Mettetevelo in testa: ci sono delle frasi da non dire! Non si può mai sapere come esse vengano interpretate o che ripercussioni abbiano sulla tranquillità della donna in questione.

Sei incinta? Finalmente!

Partiamo dal presupposto che, per una donna, diventare mamma può anche non essere una priorità (Ebbene sì!!). Ad ogni modo, non si può mai sapere cosa abbia vissuto o cosa stia vivendo una donna nella propria intimità.

  • Se fino ad ora non fosse riuscita a rimanere incinta?;
  • Se fosse già rimasta incinta in precedenza ma avesse perso il proprio bambino?;
  • Se le condizioni economiche e/o lavorative non le avessero permesso di potersi concedere una gravidanza?.

C’è un momento per tutto, che questo arrivi prima o dopo non ha importanza. Quindi, evitate di sottolinearlo.

E adesso come fai con il lavoro?

Ricordiamo che la gravidanza non è una malattia. Se le condizioni lavorative e di salute lo permettono, una donna può lavorare fino all’entrata nell’ottavo mese di gravidanza. È vero, tuttavia, che purtroppo nel nostro paese i datori di lavoro non sempre aiutano le donne incinte e, spesso, le inducono a dover lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla maternità. Questo è sbagliato: non si condanna una donna perché decide di diventare mamma. Non si trovano sotterfugi per licenziarla. Non si cerca di privarla del proprio diritto a percepire l’indennità di maternità.

“È sicuramente maschio perché hai la pancia a punta” Vs “Si vede che è femmina perché la pancia è larga”

Cari indovini, volevo comunicarvi che esistono incredibili strumenti tecnologici chiamati ecografia morfologica e test del DNA fetale. La finiamo con queste frasi fatte da 1800? Il bello è che quando incontri qualcuno che fa questo commento, alla tua risposta “No, veramente è femmina!”, potresti sentire risposte del tipo “No, fidati, è maschio. Il dottore ha sbagliato!“. Eh, certo.

Ma stai per partorire? Hai una pancia enorme!

Questa è proprio una chicca. Come demoralizzare e offendere una donna che vive di per sé con gli ormoni in subbuglio. Esiste anche la controparte: “Ma perché sei incinta? Neanche si vede! Dove ce l’hai il pancione? Mangi abbastanza?”. Ogni donna possiede una fisionomia e un metabolismo diverso e il suo corpo risponde all’arrivo di una nuova vita in maniera adeguata. C’è chi prende dieci chili, chi ne prende venti. In alcune donne la pancia è più evidente, in altre meno. Certe volte sembriamo dimenticare che l’essenziale è che la futura mamma e il suo piccolo stiano bene.

Raccontare esperienze di parto in maniera eccessivamente tragica

Vale in tutti i casi ma, specialmente, se state parlando con una donna alla prima gravidanza. Se non è la stessa a chiedervelo, evitate di raccontare esperienze tragiche o traumatiche che avete vissuto nel corso della vostra gravidanza o del vostro parto.

  1. Se si tratta di una persona particolarmente ansiosa, potreste causarle uno stato di agitazione talvolta immotivato. Ogni esperienza è soggettiva, così come lo è la soglia del dolore nel caso del parto o nell’esperienza delle contrazioni;
  2. Evitate di dire frasi del tipo “Ti auguro di fare un parto cesareo, così non soffri!”. Ma chi l’ha detto che con un cesareo non si soffre? Oppure al contrario, augurando un parto naturale. Anche in questo caso, esistono un’infinità di sfaccettature diverse.
Speriamo non ti facciano l’episiotomia! Che brutta cosa!”

Questa frase mi tocca personalmente. Durante il corso preparto, noi future mamme avevamo un’idea sbagliata di questa procedura medica. Per chi non lo sapesse, è il famoso taglio che si effettua durante il parto naturale per agevolare la fase espulsiva.

  1. Non si fa “a carne viva”. Non so quante volte ho sentito dire questa frase da persone (donne) che, evidentemente, non hanno vissuto questa esperienza. Si effettua una puntura con anestesia locale (nel mio caso, io non l’ho neanche sentita) e, solo dopo, si procede con il taglio;
  2. Non si fa in tutti i casi di parto naturale. Come già detto, in caso di necessità, per aiutare mamma e nascituro si può effettuare o meno. Non è una procedura standard.

Per quanto mi riguarda è stata una manna dal cielo perché, dopo tre giorni di contrazioni continue seguite da rottura delle acque e un lungo travaglio, ero talmente stanca da non riuscire a spingere con la forza necessaria a far uscire la mia piccolina. Ma questa è e rimane la mia esperienza.

Riposati adesso che puoi perché poi…!

Questa frase è, forse, tra tutte quella più scherzosa e non cattiva. Nel corso della gravidanza, soprattutto per coloro che necessitano di maggiore riposo, limitare le proprie azioni quotidiane potrebbe sembrare una condanna, ma non è così.

Care future mamme, qui il rimprovero è per tutte noi. Facciamoci coccolare, facciamoci aiutare senza timore e.. Sì, riposiamoci. Non fa niente se la nostra casa è un poco in disordine, se tutti i vestiti non sono ancora stati stirati. Anche tu, futura mamma che non hai familiari vicino, concediti la tranquillità del momento che stai vivendo e non perché poi non potrai più. Le donne quando diventano mamme si trasformao in super-donne. Trovano sempre il modo di pulire, riordinare, cucinare. Chi è mamma sa cosa significa fare la doccia in 5 minuti. In virtù di ciò, concedersi una pausa ogni tanto è importante.

Questa lista non è certamente completa ma vuole essere d’aiuto per parenti, conoscenti e amici di una futura mamma. Ditele quant’è bella, coraggiosa, chiedetele se ha bisogno di aiuto. Aiutatela ad arrivare al giorno in cui incontrerà l’amore della sua vita serena e consapevole che quel momento sarà, nonostante tutto, indimenticabile e meraviglioso.

Alla settimana prossima.

ML

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