Caro Assessore Ruggero Razza, le scrivo in qualità di Presidente Regionale della Federazione Sanità C.I.D.E.C, in nome delle 150 strutture sanitarie che rappresento e delle oltre 400 esistenti sul territorio.
Premetto di aver iniziato questo percorso sulla stima e fiducia riservata al governo Musumeci segno di etica e coerenza programmatica politica dedicata al cittadino.
E’ indiscutibile l’importante contributo di rigenerazione che da circa due anni lei ed i suoi tecnici avete prodotto nella Sanità pubblica. La Federazione per sostenere un processo innovativo del settore ha riunito un tessuto socio-sanitario altamente qualificato dedicato e dedito al rapporto medico-paziente.
Nello specifico, i laboratori di analisi cliniche in Sicilia da anni subiscono un’errata interpretazione della Conferenza Stato Regioni disorganica propedeutica ad un sistema viziato stabilito per concedere il monopolio agli imprenditori della sanità, consorzi e multinazionali. In estrema sintesi i laboratori oltre i requisiti regionali devono raggiungere una soglia minima di prestazioni pari a 200000. Ogni Regione ha applicato la norma permettendo alle imprese di adottare tutti i modelli giuridici previsti dal codice civile mantenendo l’accreditamento e la fase analitica. In Sicilia, invece, il D.A. 182/17 impone di consegnare l’accreditamento dei laboratori ad un centralizzato, dismettere il laboratorio e trasformarlo in punto prelievo. Senza nessuna economicità le provette diventano merce di scambio. La personalizzazione e la territorializzazione del servizio, che vede per il fruitore comune, una qualità della vita migliore riceverà in tempistiche discutibili un referto generato da un sistema. Non può esistere business sanitario senza umanità?
Per la sua eccezionale capacità di ascolto ha concesso la possibilità di dialogo attraverso dei tavoli tecnici e gruppi di lavoro che nonostante le buone intenzioni hanno rilevato l’alto grado di sofferenza da parte dei “rappresentanti consortili”, tra l’altro già normati ed organizzati, che ostentano l’attività professionale di un servizio capillare garantito anche nei piccoli centri. Nei paesi spesso siamo gli unici presidi sanitari.
Inoltre, nonostante l’attesa della modifica del Decreto, i soggetti in conflitto di interessi personali, hanno preferito sostituire il suo ruolo istituzionale diffidando l’assessorato e le Asp della Regione a non contrattualizzare per l’anno 2019 le strutture che hanno già anticipato prestazioni sanitarie per cittadini.
È una mancanza totale di rispetto nei suoi riguardi, del suo ruolo istituzionale ed in particolare nei confronti di colleghi che svolgono onestamente una delicata professione sanitaria.
Un abuso ed un eccesso di supremazia per puro potere manageriale, spostare il capitale economico nelle loro mani. Sottolineo che l’inserimento di altre forme giuridiche non toglie economie allo Stato né l’attuazione di sole forme consortili favorisce risparmi.
Oltre 400 imprese garantiscono livelli occupazionali, professionali, un indotto medio alto che necessita di essere tutelato da un governo sano.
La Federazione ha presentato documentazione tecnica per sostenere l’amministrazione a redigere una modifica che sia la risoluzione applicativa finalizzata ad un livello di alta specialistica. Un contratto di rete tra laboratori che mantengono l’accreditamento nel rispetto del rapporto medico-paziente.
Perdoni se mi sono dilungata ma è importante far riflettere anche il cittadino sulle complesse vicende che un servizio di uso comune sta attraversando.
Nel dimostrarLe la massima solidarietà, comprensione e sostegno per completare un percorso complicato e molto impegnativo Le affidiamo un progetto concreto che possa affiancare la Buona Salute. A presto Assessore. Buon Lavoro. Elisa Interlandi.