La madre “Meglio sapere che mio figlio è in cella piuttosto che tra gli spacciatori”

Si delinea sempre più la dinamica dell’omicidio di Luca Sacchi, ucciso a Roma in un tentativo di rapina legato ad una compravendita di droga, che Anastasia, la fidanzata del giovane, aveva chiesto a Valerio Del Grosso e Paolo Pirino (poi arrestati) di procurarle. E’ stata la quantità di soldi che la ragazza aveva nello zaino a spingere i due a scipparla. “Due mazzette da 20 e da 50 euro”, riferisce un testimone, per un totale di oltre 2mila euro.

Dalle testimonianze emerge che i due pusher avevano una “rete”, almeno tre emissari, ed erano organizzati. Emerge la possibilità che fossero stati “contattati” per l’acquisto di droga. Ed emerge che i fermati avevano complici tali, secondo la procura, da poter consentire loro una fuga. Da qui la necessità del fermo.

Nel cuore della notte, quindi, la “caccia all’uomo” ha subito una drastica accelerazione. Uno degli aggressori, Valerio Del Grosso, autore dell’omicidio, è stato rintracciato in un residence mentre l’altro, Paolo Pirino, nell’abitazione della fidanzata. Hanno entrambi precedenti: Del Grosso per botte alla ex, Pirino per droga. L’auto con cui si  sono dati alla fuga, una Smart di colore bianco, è stata posta sotto sequestro.

L’arma utilizzata per colpire a morte Sacchi non è stata ancora trovata mentre in un campo alla periferia della Capitale è stato individuata la mazza da baseball con cui gli aggressori hanno colpito Anastasia. 

La svolta alle indagini, che ha portato al fermo dei due ventenni, è arrivata grazie alla madre di Del Grosso, autore materiale dello sparo, che si è presentata in un commissariato della Capitale per denunciare il figlio: “Meglio saperlo in carcere che nelle mani di spacciatori, delinquenti e criminali”.

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