Ciak, recensione

Scusate l’assenza (di nuovo!), ma tra impegni personali che non mi permettono di andare al cinema e la scarsità del panorama cinematografico contemporaneo, non avrei saputo cosa scrivere.

Vi faccio una domanda: avete mai visto un film veramente brutto da non riuscire a finirlo o che, come ho fatto io forse per deformazione professionale, avete fatto tutt’altro mentre il video proseguiva?

Bene a me è capitato qualche giorno fa guardando Il ritorno di Mary Poppins!

Premetto che ho adorato la pellicola del 1964 forse per la trama, che sebbene fosse già stata utilizzata è stata raccontata con un chiave di lettura diversa, oppure per il modo in cui vengono trattate le immagine o forse ancora per la colonna sonora accattivante, la rivisitazione del 2018 non l’ho capita. 

Mi spiego: la trama narra le vicende del ritorno di Mary Poppins a servizio della famiglia Banks, che questa volta deve “educare” i figli di Michael, il quale rischia di perdere la casa in cui abita. Già nella trama secondo me c’è un problema e cioè il fatto che non bisognerebbe, per come la vedo io, ambientare la narrazione nella stessa famiglia.

Secondo problema: le canzoni sono troppo lunghe e poco orecchiabili, dunque i bambini non hanno la stessa facilità che ho avuto io, così come chi ha visto l’originale, di poterle canticchiare. 

Ultimo, ma non per importanza, il problema della lunghezza del film: è troppo lungo e soprattutto molto ingarbugliato!

Se vogliamo che i bambini non si annoino al cinema, si dovrebbero proporre film di durata standard, quindi all’incirca 90 minuti, se sono musicali proporre canzoni che siano facili da ricordare e trame non troppo confusionarie. 

Chiaramente Mary Poppins non nasce come un film esclusivamente per bambini, però è indirizzato alle famiglie e dunque anche a loro.

Fatemi sapere, se vi va, se c’è un film che non sopportate o che non siete nemmeno riusciti a terminare.