Allattare il proprio bambino è il passo immediatamente successivo al parto e, anche se si affronta l’argomento nei corsi pre-parto (https://www.indelebiliweb.it/2019/10/09/corso-pre-parto-e-utile/?fbclid=IwAR36K87jVlPqQxxq_SvP5mJr_1xT8y1q8HZi2fGevmceaBmQOFG-upt3f0M), è vero che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Allattamento sì, allattamento no
L’allattamento materno è, per molte donne, una vera e propria conquista. Sin dai primi momenti successivi alla nascita, l’attaccamento al seno permette di instaurare un contatto con il neonato, un filo diretto tra madre e figlio che (ahimè per i poveri papà) costituisce un rapporto esclusivo. Quello che, tuttavia, non viene detto alle neo-mamme è che l’allattamento non è sempre rose e fiori. Nella maggior parte dei casi avviene in maniera naturale e istintiva, ma ci sono altri casi difficili da comprendere e risolvere se non vi è accanto la presenza di una figura competente e disponibile ad aiutarci in questa nuova avventura. Noi donne non sappiamo tutto.
Prima si attacca al seno, meglio è!
Io sono stata davvero fortunata anche se, dopo il parto, ho tenuto in braccio mia figlia per appena un minuto e poi l’ho rivista dopo circa due ore. Quando mio marito l’ha portata in stanza era stanca per aver partecipato così attivamente alla sua nascita che dormiva. Non voleva attaccarsi al seno e non voleva essere svegliata. Sono stati attimi di apprensione perché non sapevo come fare. Qui, care mamme, fatevi furbe. Siete in ospedale in questo momento, fate come me! Rompete le scatole a tutte le ostetriche di turno per aiutarvi a far attaccare bene il vostro bambino. Voi, ovviamente, avete questa piccola creatura davanti a voi, avete anche paura a toccarla per timore di farle male ma le ostetriche sanno come agire se i piccoli sono un pò “pigri”. Nei giorni di degenza in ospedale, penso che tutte le ostetriche del reparto siano state con me e la mia bimba e mi hanno aiutata con l’allattamento (nonché con la montata lattea che si è presto trasformata in un ingorgo mammario). Loro capiscono immediatamente se l’attacco del bambino è corretto e ciò aiuta ad evitare futuri ingorghi o ragadi ai capezzoli. Possono, inoltre, aiutare a capire quale posizione è da preferire per allattare.
Il primo latte, il colostro
Alcune donne non sanno che il latte materno ha una propria evoluzione così come il bambino. La neo-mamma, subito dopo il parto, ha già una riserva di latte pronto, il cosiddetto colostro. È un liquido denso, giallo e anche un pò appiccicoso. É il primo latte, ricco di anticorpi, sali minerali, proteine e povero di grassi. Questi primi pasti sono fondamentali perché danno tanta energia al bambino e riducono la possibilità che possa sviluppare allergie in futuro. Molte neo-mamme alla vista del colostro iniziano ad entrare in panico perché pensano di non avere latte a sufficienza e temono che il proprio piccolo possa “morire di fame”. Ebbene, calmatevi! Sia le ostetriche con cui ho avuto modo di parlare che i pediatri mi hanno dato tutti la stessa risposta: “Se stesse morendo di fame urlerebbe e piangerebbe in continuazione!“. Niente di più vero perché l’istinto di sopravvivenza li porta a fare di tutto per esternare il loro disagio. Un’altra cosa che aiuta molto a comprendere come la natura faccia tutto in modo perfetto è la foto che vi posto qui sotto.
Questo ci fa capire quanto sia piccolo lo stomaco del nostro bambino appena nato e, di conseguenza, la quantità di colostro/latte necessario per soddisfare il suo appetito. Voi direte, ma se deve mangiare così poco perché ciuccia per così tanto tempo? Numero 1: ciucciare è stancante, quindi sicuramente durante la poppata farà tante pause per riprendere fiato e recuperare le energie. Numero 2: essendo il colostro un alimento denso, il neonato può stare diverso tempo attaccato al seno per riuscire a ingurgitare tutto quello di cui ha bisogno.
Alcune considerazioni
L’arrivo della montata lattea è variabile, generalmente dai 2 ai 5 giorni dopo il parto, ma ci sono anche altri casi da tenere in considerazione. Nel caso di parto cesareo, per esempio, la montata lattea può tardare ad arrivare (o in alcuni casi non esserci, ma ciò non significa che tu non abbia completamente latte). Altro caso è quando, durante il parto, la mamma ha un’emorragia: essendo il latte materno un emoderivato si capisce bene che per essere prodotto abbia bisogno di un pò più di tempo. Non sarà facilissimo ma si può fare.
Allattare al seno non è doloroso
A meno che non vi sia qualche problema ai capezzoli che potrebbero essere piatti, introflessi e, quindi, non favorire la suzione da parte del bambino la mamma non dovrebbe sentire alcun fastidio durante l’allattamento. Le prime volte, ovviamente si proverà una strana e nuova sensazione ma niente di più. Se non è questo uno dei casi, allora significa che il bambino si sta attaccando in maniera non adeguata al seno. Il bambino dovrebbe spalancare tutta la bocca per spingere il capezzolo all’interno e comprimere, con la suzione, l’areola così da far fuoriuscire il latte.
Ci sono tante altre cose da dire a riguardo dell’allattamento materno, delle problematiche che ne derivano, i metodi per risolverle nonché parlare dell’allattamento artificiale ma vorrei che foste voi a darmi nuovi spunti di riflessione, consigli per un nuovo post.
Alla settimana prossima
ML