PALERMO – L’ultima notizia è di pochi giorni fa: sono stati bloccati i fondi per i teatri pubblici regionali.
E’, questo, solo l’ultimo caso di finanziamenti, contributi e
stanziamenti che si arenano a causa di qualche gaffe burocratica. E
anche in seguito all’immancabile ricorso di chi è stato escluso o
penalizzato. Dagli appalti all’agricoltura le vicende sono diverse.
Senza contare i casi in cui la Regione è stata già condannata a pagare:
sentenze che si sono trasformate in corposi “debiti fuori bilancio”.
Stop ai fondi ai teatri
Il Tar ha sospeso l’efficacia dei decreti d’assegnazione del
dipartimento al Turismo: secondo i giudici amministrativi ci sono
sufficienti ragioni per ritenere che l’atto sia illegittimo: metà delle
risorse è stata divisa non in ragione delle performance degli enti ma
sulla base delle entrate che questi anno avuto nel 2017 e nel 2018. Così
i teatri che godono di uno stanziamento ad hoc in bilancio avrebbero
avuto un “trattamento di favore”.A creare una disparità fra i teatri, sarebbe,in particolare un criterio dell’avviso regionale.
Mentre il 50 per cento delle risorse è stato assegnato in base a
numerosi criteri, il restante 50 per cento delle risorse è stato diviso
in virtù delle entrate avute da ciascun ente durante il biennio
2017/2018. Proprio quest’ultimo criterio ha quindi creato “una indubbia
condizione di vantaggio a favore dei teatri regionali che, tra le
entrate del proprio bilancio – annotano i magistrati del Tar -, possono
vantare i finanziamenti che ricevono dalla Regione Siciliana attraverso
appositi stanziamenti annuali previsti in capitoli ad essi dedicati del
bilancio regionale”. Non viene così rispettata la regola fissata dalla
legge su fondo per lo spettacolo che vuole che le risorse del Furs siano
spese sulla base delle attività e delle performance degli enti
teatrali.