«Al fine di scongiurare che la protesta, annunciata a oltranza, possa paralizzare i porti delle due isole maggiori con pesantissime ripercussioni sul sistema del trasporto merci del Paese, si chiede all’onorevole ministro un incontro urgente per discutere delle possibili soluzioni alle criticità prospettate dagli autotrasportatori». I governi regionali di Sicilia e Sardegna scrivono alla Ministra dei trasporti Paola De Micheli ed al viceministro Giancarlo Cancelleri, per provare a scongiurare il blocco dei porti annunziato dalle principali sigle degli autotrasportatori a partire dalla notte tra il 6 e il gennaio.
A firmare la lettera sono gli assessori Marco Falcone per la Sicilia e Giorgio Todde per la Sardegna, preoccupati di ritrovarsi, tra quattro giorni, con le merci bloccate in entrata e in uscita, all’inizio di una protesta che non si sa bene che piega possa prendere. Dal ministero fanno sapere che c’è già una data per la convocazione degli attori interessati: armatori, autotrasportatori e Regioni. Si tratta della mattina del 7 gennaio. «Al momento non abbiamo ricevuto una convocazione ufficiale – ribadisce Giuseppe Richichi, leader dell’Aias, una delle sigle in prima linea, insieme a Trasportounito e Aitras – se arriverà, siamo pronti a revocare la protesta e sederci al tavolo per trovare una soluzione alternativa». Gli autotrasportatori lamentano l’aumento dei prezzi, in media del 25 per cento, attuato dalle compagnie di navigazione per adeguarsi alle nuove regole per ridurre l’inquinamento marittimo, indicate dall’International Maritime Organization (Imo), istituto delle Nazioni Unite che sovrintende alla navigazione marittima internazionale. Dal 1 gennaio 2020 dovranno ridurre il livello di zolfo nel combustibile, comprando carburanti meno inquinanti o acquistando macchinari in grado di filtrare il carburante tradizionale.