L’occupazione femminile rappresenta il 35,9% del totale dell’isola (2 punti in più rispetto ai dieci anni precedenti), “risulta però altrettanto evidente il suo progressivo invecchiamento”. La crescita è determinata soprattutto dalla permanenza nell’attività lavorativa delle donne con più di 44 anni, che passano in Sicilia dal 40,1% del 2008 (Italia 36,2%) al 52,6% del 2018 (Italia 51,4%).
Non solo. Rispetto alla popolazione in età da lavoro la difficoltà
a trovare un’occupazione, presente già nelle giovanissime, si perpetua e
si accentua nel confronto con l’Italia, con differenze che sfiorano i
27 punti percentuali per le 25-34enni nel 2008 (32,9% in Sicilia e 59,7%
per l’Italia), solo parzialmente smorzati nel 2018, quando la
differenza tocca i 24 punti percentuali (29,0% per la Sicilia e 53,3%
per l’Italia). Nel decennio le donne che cercano e non trovano lavoro
sono passate da circa 103 mila a quasi 157 mila, con un incremento del
52,4%. La regione mostra, inoltre, un’aumentata propensione da parte
delle ex-inattive a presentarsi sul mercato del lavoro: anche in questo
caso una spiegazione può essere ritrovata nella necessità, con il
perdurare della crisi economica e le difficoltà della componente
maschile, di alleviare le peggiorate condizioni reddituali familiari. Le
ex inattive crescono in Sicilia di oltre 10 mila unità, un incremento
del 47%. Meno dinamico percentualmente (+26,3%) è invece l’aumento delle
donne in cerca di occupazione ma senza precedenti esperienze
lavorative, 14.700 unità. Il titolo di studio, rileva lo studio, “non
garantisce il raggiungimento di una posizione lavorativa conforme alla
qualifica raggiunta e che il trend di domanda insoddisfatta dell’ultimo
decennio risulta in crescita per tutti i livelli di istruzione”.