Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno sequestrato beni per un valore di 10 milioni di euro a Domenico La Valle, 60 anni. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Messina guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, nasce da una serie di accertamenti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria nel settore del gioco e delle scommesse d’azzardo.


Nelle dinamiche al vaglio indagini che sospettano di alcuni titolari di sale giochi, colpiti da furti, che anziché rivolgersi alle forze di Polizia per denunciare chiedevano l’intervento di La Valle che era in grado di assicurare la restituzione delle somme rubate.

Emblematico del potere dell’imprenditore e del suo clan il caso del violento pestaggio di un cliente cinese, «colpevole» di essere stato fortunato: per sua sventura si era trovato a giocare nel momento in cui la macchinetta videopoker, manomessa con appositi software, avrebbe garantito una vincita «non autorizzata» dal gruppo mafioso. La Valle poteva disporre di grosse risorse finanziarie, anche rese accessibili agli esponenti del clan, per il suo ruolo di “cassiere”. Per evitare i sequestri inoltre l’imprenditore mafioso si serviva di fidati prestanome. Dalle indagini è emersa una situazione di assoluta sproporzione tra i redditi leciti e il patrimonio accumulato.  

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