Cordialissimi, La costituzione dell’ATI, più volte sollecitata negli anni anche ai Sindaci della ex provincia di Caltanissetta, ci fa ben sperare che si possa finalmente applicare in ogni sua parte la legge regionale di riordino della gestione delle risorse idriche n. 19/2015. Il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni, già promotore dei vittoriosi Referendum popolari del 2011 e della Proposta di legge regionale di iniziativa Popolare e dei Consigli comunali del 2010 che ha dato vita alla legge 19/15,  ha infatti sempre chiesto a tutti i livelli, già durante le fasi di discussione della legge in IV Commissione Ambiente all’ARS, che si potesse verificare se i gestori idrici di livello provinciale e di sovrambito avessero effettivamente ottemperato agli obblighi contrattuali sottoscritti, come peraltro previsto dall’art. 49 della l.r. 11/2010 per “l’adozione dei provvedimenti consequenziali, subordinata  all’integrale adempimento degli obblighi scaturenti dal comma 1 bis dell’articolo 21 quinquies della legge 241/1990”. Ci piace qui ricordare che la legge di iniziativa Popolare e dei Consigli comunali per la ripubblicizzazione delle risorse idriche venne allora deliberata all’unanimità, oltre che da 135 Consigli comunali siciliani, anche dai Consigli provinciali di Caltanissetta e di Messina, dando una indicazione inequivocabile verso la gestione Pubblica e partecipativa delle risorse idriche che la legge regionale 19/15 ha mantenuto.

Non possiamo non guardare con favore al fatto che le forze sindacali abbiano richiesto e l’ATI acconsentito di organizzare un incontro con i rappresentanti di Caltaqua e Siciliacque, rispettivamente gestori d’ambito e di sovrambito, a fronte di disservizi divenuti insostenibili per la popolazione. A tal proposito non possiamo non osservare con preoccupazione quanto è emerso sulla mancata depurazione delle acque reflue con le denunce penali i fiscali e le indagini in corso.

Auspichiamo che l’incontro possa essere utile a capire, attraverso l’acquisizione dei documenti necessari da richiedere ai gestori, quali fossero le opere, gli interventi e gli investimenti previsti contrattualmente e nel dettaglio dei piani operativi, in quale cadenza temporale si sarebbero dovuti realizzare e quali sono stati ad oggi quelli effettivamente effettuati. L’acquisizione di tali documentazioni costituirebbe, a nostro avviso, un elemento di conoscenza preliminare fondamentale per il futuro buon andamento dell’ATI, andando peraltro ad integrare le informazioni in possesso dei Signori Sindaci per quanto riguarda il gestore provinciale; (ricordando che tali  documentazioni erano già state richieste da alcuni componenti della Commissione tecnica ai sensi dell’art.12 l.r. 19/15 alla presidenza della stessa, senza ottenerle). Dalla stampa abbiamo appreso che a dispetto dell’orientamento maggioritario dei componenti della Commissione tecnica, che si sono espressi per  la risoluzione anticipata del contratto col gestore idrico,  la Commissaria dell’ATO e Presidente della Commissione ha sostenuto il contrario nella relazione finale resa al Presidente della Regione, malgrado il perdurare dei disservizi che rappresentano soltanto l’aspetto più macroscopico dei “risultati” gestionali raggiunti dal gestore dal punto di vista dell’efficenza, efficacia ed economicità di un servizio pubblico fondamentale. Il Forum ha sempre considerato una violazione della volontà Popolare espressa con i Referendum del 2011 il fatto che le risorse idriche continuino ad essere gestite da soggetti privati, (nel caso di specie per il sovrambito per il 75% da una multinazionale francese e per l’ambito ed una società spagnola), e che sul Bene Comune primario si continui a fare quel profitto che il secondo quesito referendario aveva abrogato. Tale violazione è ancora più grave se a fronte degli ingentissimi contributi pubblici e delle tariffe corrisposte dai cittadini perdurano a distanza di molti anni i disservizi che le popolazioni subiscono. Ricordando che la legge regionale 19/15 all’art.1 definisce l’acqua “bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative”, rinnoviamo l’auspicio che l’ATI di Caltanissetta possa seguire l’esempio dell’ATI di  Agrigento, mettendo fine alla cattiva gestione privata di questi anni ed andando verso la costituzione di una Azienda speciale consortile quale gestore pubblico dell’ambito provinciale. Si scrive Acqua si legge Democrazia; è tempo di rispettare le leggi, la volontà Popolare e quella degli Enti locali, di tutelare l’interesse delle comunità e dell’ambiente.

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