In attesa delle prese di posizione degli organi ministeriali arrivano le prime indicazioni per affrontare il betacoronavirus cinese, che fin qui a Wuhan si è reso responsabile di oltre 400 contagi e 9 decessi, e altre decine di casi in tutta la Cina oltre che casi isolati in Giappone, Thailandia, Corea del Sud, Taiwan, Australia.
Dopo che il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha innalzato da “basso” a “moderato” il rischio dell’arrivo del virus in Europa, a Roma, la Fimmg ha varato un primo avviso di istruzioni per il comportamento dei medici di famiglia, a cura della presidente laziale Maria Corongiu, infettivologa.
«Non ci sono attualmente restrizioni sui viaggi (in Cina) – recita l’avviso -ma occorre adottare misure di prevenzione generale: lavare con cura le mani per almeno 20 secondi, consumare solo cibo ben cucinato e bere acqua in bottiglia, evitare assembramenti, mercati di animali vivi e/o morti, il contatto stretto con pazienti malati o in caso non si possano adottare queste misure coprirsi narici e bocca con mascherina, similmente evitare di tossire o starnutire senza coprirsi con un fazzoletto o in mancanza tossire nell’incavo del gomito».
Invece, dopo aver viaggiato, se di ritorno dalla Cina si accusano i sintomi classici -febbre, difficoltà respiratoria, tosse, dolori muscolari, cefalea, malessere generale – va avvisato il medico per telefono senza assumere farmaci di automedicazione. Il paziente sospetto andrebbe indirizzato innanzi tutto a una radiografia che evidenzierà infiltrati interstiziali tipici della patologia. Ma come comportarsi nei centri di secondo livello?
Ripartiamo dagli aeroporti: a Fiumicino – che ha un volo periodico diretto per Wuhan (ma va detto che i festeggiamenti per Capodanno lunare in questa metropoli di 10 milioni di abitanti sono stati appena annullati)- il ministero della Salute ha attivato un canale sanitario che prevede il controllo della temperatura corporea dei viaggiatori via scanner e la compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri provenienti dai principali scali americani. Prevista dal Regolamento sanitario internazionale Rsi 2005 e gestita dall’Ufficio di Sanità marittima aerea e di frontiera, la procedura mira a verificare l’eventuale presenza a bordo dei velivoli di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento all’Istituto nazionale Malattie infettive Spallanzani di Roma. Una strategia condivisa da esperti come Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici Amcli: «Per evitare lo “sbarco” del nuovo coronavirus cinese in Italia occorre predisporre sistemi di monitoraggio per i flussi in arrivo dalle aree potenzialmente a rischio, allertando la rete locale nazionale di centri di diagnosi precoce senza tuttavia generare ansia e preoccupazione presso la popolazione, specie quella più esposta a fenomeni respiratori». «È di cruciale importanza identificare i casi, grazie a una tempestiva diagnosi – osserva Concetta Castilletti, coordinatore del Gruppo di lavoro Amcli sulle infezioni virali emergenti-Glice, operativa allo Spallanzani – e isolarli il più rapidamente possibile». Le linee Oms, ribadisce Amcli in un lancio AdnKronos Salute, incoraggiano tutti i Paesi a tenersi pronti per contenere l’epidemia, monitorando eventuali casi, prevenendo ulteriore trasmissione nosocomiale e informando l’opinione pubblica. Le informazioni includono raccomandazioni su come applicare misure di igiene delle mani e di igiene respiratoria, e pratiche sicure per alimenti e mercati. Quanto alle protezioni da adottare nei laboratori dove si manipolano campioni clinici, «l’Oms raccomanda di utilizzare il livello 2 (Bsl2) associato alle precauzioni standard, con particolare attenzione alla protezione delle vie respiratorie».
fonte: doctor33