Due serbatoi in plastica sotterrati a due metri di profondità, dentro, un arsenale di 32 armi tutte con matricola cancellata.

Lo ha scoperto il Gico della Guardia di finanza di Catania in un terreno di via San Francesco la Rena, zona sud della città, tra l’aeroporto e il mare. Nei due contenitori c’erano 26 pistole di diversi modelli, sei fucili tra semiautomatici, a pompa e a canne mozze, un mitra e un kalashnikov.

Il proprietario del terreno ha spiegato ai finanzieri «di non avere di fatto la gestione, tanto da avere avviato anche contenziosi in sede civile», come spiega la Guardia di finanza. Bisogna dunque capire chi ne avesse la reale disponibilità, tenendo anche conto del fatto che appena un mese fa, a pochi metri di distanza, all’interno del lido balneare Le Capannine, la Guardia di finanza trovò un altro arsenale nascosto in alcuni bungalow: una carabina, una pistola, 37 cartucce, due caricatori vuoti, 11 bossoli, un coltello a scatto, un giubbotto antiproiettile, due machete, uno sfollagente in legno, due taser, un metal detector e un tirapugni. Furono sequestrati assieme a diversi bilancini e modiche quantità di marijuana e hashish, tremila euro in contanti e due banconote false. Uno dei gestori del lido, uno dei più frequentati dell’estate catanese, Salvatore Raciti, 36 anni, fu arrestato con le accuse di detenzione illegale di armi e munizioni, spaccio di stupefacenti e falsificazione monetaria.

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