Non ad opera di una casualità priva di intelligenza,ne governata da continui eventi accidentali, può esistere e sussistere la magica armonia del Creato. Un caso di dimensioni cosmiche, determinato da costanti matematiche e fisiche ,appare estremamente improbabile.
Come dall’immensamente grande, così dall’infinitamente piccolo,traspare la presenza di una forza arcana, che imprime una forma di dinamismo intrinseco anche in ciò che appare assolutamente inerte. Si potrebbe,in altri termini, definire uno spirito vivificatore che permea ogni cosa.
Quanti e quali sono stati, i modi in cui l’essere umano ,ha cercato di spiegare questo fenomeno, sono in gran parte noti. La religioni ne hanno delineato diverse varianti.Gli hanno dato un nome, tracciato profili differenti ,costruito interi edifici di regole teologiche per spiegarlo e riti per onorarlo.La dimensione spirituale ,occultata dal dogma, non riuscendo a svolgere il proprio ruolo di faro illuminante,chiude ai più, le porte dello spirito.La scienza, dal canto suo, pur soddisfacendo le esigenze della ragione,riducendo tutto ad una mera reazione chimica o meccanica, priva l’umano di ciò che lo rende tale. Animale si,questo è l’uomo, dotato però,oltreché del raziocinio, anche di un corpo emotivo, che disegna i contorni di un corpo spirituale invisibile ma percettibile.
Percepirsi come esseri spirituali prima, ed incarnati dopo, ci aiuterebbe a cambiare l’intera visione del mondo e di tutte le creature che lo ospitano.
Ci risulterebbe naturale, guardare e vedere oltre i condizionamenti mentali e più in là del nostro ego, troppo vincolato dalle forze terrigene. Potremmo imparare a focalizzarci sugli strumenti di cui siamo dotati individualmente, utilizzarne i pregi ed evolvere, superando i nostri limiti e non più gli altri. Entrare in contatto con la zona più profonda e meno apparente di noi, potrebbe aiutarci a ricucire l’atavica lacerazione, che ci costringe ad una vita di continuo agonismo. In questo spettacolo naturale di assoluta perfezione, di cui noi siamo parte “integrante”, il singolo ha un opera da svolgere ,secondo le proprie naturali inclinazioni. Una porzione di creazione, da manifestare nel piano fisico. Come le tessere di un puzzle, tutte ugualmente determinanti, pur restando diverse, così ciascun essere umano, contiene qualcosa di irripetibile, unico, che ci rende tutti, indistintamente oltreché preziosi e sacri. Riconquistando l’integrità del nostro essere, potremmo colmare quel senso di vuoto, che spesso colmiamo in modo errato. Ludopatia,deviazioni della libido, manie di grandezza, dipendenze di ogni genere, violenza gratuita, tutti effetti della disconnessione fra le varie componenti della creatura umana. Se “Panta rei “(tutto scorre.) e “tutto si trasforma, niente si distrugge”. Se la vita stessa per manifestarsi, necessita della dinamica, perché lottare per rimanere fermi? non sarebbe più piacevole, abbandonarsi alla propria corrente interiore e godersi il viaggio,darsi spazio nell’attraversare il flusso del tempo che viviamo?. Mi diverte pensare alla luce di questa ultima riflessione che se Dio fosse un rapper ci direbbe “Segui il tuo flow” .