Studiosi di pipistrelli, come Merlin Tuttle, fondatore dell’associazione Bat conservation e notissimo chirotterologo, mettono fortemente in dubbio queste accuse, basandosi su alcune considerazioni. Per esempio, nonostante si dica che i pipistrelli siano portatori di un numero maggiore di virus rispetto ad altri animali, non sono documentati maggiori rischi di trasmissione tra loro e l’uomo. Nel caso della SARS, un altro coronavirus attribuito all’origine (2002) ai pipistrelli, ci sono oggi forti dubbi che la caverna nello Yuannan (Cina) in cui è stato trovato una versione di SARS simile a quella umana fosse la fonte dell’infezione, perché la grotta si trova a circa 1.000 chilometri da Guangdong, dov’è iniziata l’infezione.

Anche per un’altra epidemia, la MERS, scoppiata nel 2012 in Medio Oriente, erano stati accusati i pipistrelli, prima di scoprire che all’origine dell’infezione c’erano i dromedari. Gli stessi dubbi ci sono anche per Ebola: anche per questa terribile infezione sono stati accusati i pipistrelli, ma siamo lontani dalle certezze. Infine, molti ritengono che prima di arrivare all’uomo il virus 2019-nCoV sia passato in un ospite intermedio ‒ in altri casi si parlava di un viverride, la civetta delle palme comune.

Come scrive Focus in conclusione, le funzioni ecologiche dei pipistrelli sono innumerevoli (dall’impollinazione alla dispersione dei semi degli alberi) e farli diventare bersagli di una persecuzione sulla base di “sospetti”, e forse anche perché è comodo indicare subito un colpevole, potrebbe portare a gravi conseguenze ecologiche.