Ciao a tutti, mi scuso se negli ultimi giorni sono stata un po’ assente ma questa pandemia ha sconvolto anche me e malgrado mi ero ripromessa più volte di mettere per iscritto quali fossero i miei pensieri e di esprimere le mie opinioni in proposito a ciò che stesse accadendo, in realtà mi sono vista travolta dal susseguirsi degli episodi sempre più preoccupanti che allarmavano le nostre vite. Senza volere, come se fosse una calamita, mi ritrovavo attirata dalla TV nell’ascoltare ciò che veniva comunicato ai telegiornali, nel tentativo di rimanere il più possibile collegata con il resto del mondo e capire ciò che stesse succedendo al di là delle mie quattro mura. Fortunatamente i giornalisti malgrado stiano vivendo questa situazione surreale non hanno mai smesso di fare il loro lavoro, continuando ad informarci su tutto ciò che accade, anche a rischio, a volte, della loro stessa vita.
Io ancor di più vivo nel buio, nel silenzio e nella solitudine più totale e amelo di sapere quando tutto ciò finirà, ma mi dispiace dirlo, se siamo arrivati a questa situazione, in realtà dal mio punto di vista è a causa di alcune informazioni non esattamente corrette che ci sono state date.
Da una parte, infatti, inizialmente si parlava di un virus si molto contagioso ma che in sostanza era come la solita influenza che dovevamo affrontare annualmente, certo un po’ più complicata e più rischiosa ma non ai livelli che stiamo vivendo oggi. Credo che questo sia stato dovuto ad un po’ di ignoranza sulla conoscenza effettiva di ciò che dovevamo affrontare, visto che come detto da due esperti biologi rispettivamente dell’ospedale San Matteo di Pavia e del San Raffaele di Milano, il gene di questo virus ad RNA continua a mutare continuamente e quindi gli effetti dello stesso e alle conseguenze che poteva portare, in realtà non erano stati studiati precedentemente, e quindi ancora erano oggetto di ricerca. L’unico dato che ci è sempre stato evidente è che questo virus colpisce principalmente gli anziani e le persone con patologie regresse, anche se questo in realtà non è esattamente corretto, perché abbiamo di casi di persone giovani e non malate che sono morte, come ad esempio l’operatore del 118 di 47 anni all’ospedale di Modena o ancor peggio il bambino di appena 1 anno morto a New York, negli Stati Uniti, la quale notizia si è avuta appena qualche ora fa.
Malgrado si evidenzia che tutti sono a rischio, non si può certo prendere sottogamba il fatto che le persone più anziane oltre i 70 anni siano quelle più in pericolo. Non vi nascondo che quando ho saputo a quanto siano salite le vittime a livello nazionale, e in particolare ad oggi 10.779 deceduti su un totale di 97.689 casi totali, di cui la percentuale maggiore di persone oltre i 70 anni o comunque dai 60 anni in su. E va bene che le persone più a rischio sono quelle più anziane, ma questo cosa significa, che devono essere mandate allo sbaraglio? Non vi nascondo un mio pensiero cattivo che fosse un complotto dell’INPS per poter risparmiare tutte le pensioni di vecchiaia, ma non si può essere talmente cinici, giusto???
Tuttavia si fosse a conoscenza di ciò che fossa accaduto a Wuhan, il primo caso scoppiato a Codogno il 18 Febbraio è preso sottogamba non calcolando bene in ciò che si poteva andare in contro assumendo degli atteggiamenti irresponsabili come ad esempio il pranzo fatto per solidarietà con i ristoratori cinesi dal sindaco Pierluigi Peracchini. Ciò detto, però, la mia domanda più urgente nasce quando nel momento in cui il contagio si espande, non si prende alcun provvedimento per chiudere le frontiere della Lombardia prendendo come esempio il modello Cinese, evitando perciò che tutto il resto d’Italia potesse essere contagiato.
Il fatto che a livello sanitario non fossero stati presi i provvedimenti necessari l’ho potuto evidenziare sulla mia stessa persona quando, per motivi personali, nella metà di Febbraio, sono dovuta andare a Bologna e non sono stata sottoposta a nessun controllo, né alla partenza né al rientro in Sicilia.
Non bisogna andare troppo lontano per dimostrare che non ci siano state le dovute precauzioni per il rischio di contagio e lo evidenzia il fatto della forte ondata di spostamenti che c’è stata dal nord al sud, a questo proposito voglio condividere con voi un messaggio che ho inviato al presidente del consiglio, nel quale evidenziavo proprio il problema che le autocertificazioni fossero state pubblicate in maniera tardiva e che i controlli degli spostamenti in realtà dovevano essere molto prima che più di 8000 persone potessero spostarsi dalla Lombardia verso le regioni meridionali mettendo a rischio e contaminando i territori che ancora non lo erano. Non di meno chiedevo come persone disabili, non vedenti o anziane dovessero affrontare la cosa sulla base della diretta che avevo ascoltato, nella quale lo stesso diceva che bisognava uscire solo per le strette necessità, per andare ad assistere un parente o al massimo per poter andare a fare una passeggiata da soli, allorché un grosso punto interrogativo si materializza sul mio viso nel chiedermi come cactus io avrei dovuto fare, vista la mia condizione di non vedente e singola persona che può contare solo ed esclusivamente su se stessa, alla quale per ovvi motivi come tanti altri nella mia condizione, era stato sospeso il servizio di volontariato civile. Capisco che ci sono situazioni molto più gravose ed impervie nello Stato Italiano ma una percentuale di cittadini si trova nelle mie stesse condizioni, in una situazione di emarginazione e abbandono che si cerca di superare con forza e coraggio nella speranza che tutto ciò si risolva al più presto ritornando ad una pseudo-normalità. Per questo nel mio piccolo vorrei poter fare qualcosa per le persone meno fortunate che non trovano la forza di affrontare tutto questo, a volte anche una semplice telefonata ti può essere di compagnia, e in questo momento una voce amica può essere davvero di conforto. Non posso a questo proposito dimenticare tutte quelle persone che rischiano tutti i giorni la loro vita a favore di altri: medici, infermieri, operatori sanitari, che nel vero senso della loro missione e nel rispetto del giuramento fatto in nome della loro professione si mettono a servizio dell’umanità, non di meno però non bisogna dimenticare l’altro lato della medaglia, che come in tutte le cose non è altrettanto di valore, infatti mi vergogno come Italiana e come essere umano soprattutto di tutti gli altrettanti medici, infermieri e operatori sanitari che per paura e vigliaccheria si sono messi in malattia e hanno dimenticato qual era lo scopo della loro missione e senso civile mettendo a rischio e fregandosene in primis dei loro stessi colleghi. A tal proposito non posso dimenticare che qui in Sicilia il virus ci è stato portato inizialmente proprio da quella categoria di persone che in quanto laureate e dottorate dovevano essere in grado di percepire il pericolo di ciò che oggi stiamo affrontando, invece proprio un gruppo di dottori, avvocati e commercialisti che hanno avuto la felice idea il 29 Febbraio di andare in vacanza a Madonna Di Campiglio, rientrando in Sicilia ci hanno portato il contagio. Mi sale una rabbia indescrivibile al pensiero che proprio le persone dovevano tutelarci sono quelle che ci hanno mandato allo sbaraglio, ma lo schifo mi sale ancora di più quando penso alla dottoressa che non autodenunciandosi lavorando al reparto vegetativo del centro neurolesi Bonino Pulejo di Messina ha infettato i pazienti che doveva curare. Non oso immaginare il dolore dei parenti che vogliono andare a trovare i propri familiari, e ancor di più quello delle persone malate bisognose di amore e di un gesto di calore da parte dei propri cari. Io stessa mi sono trovata in una situazione del genere, a causa della mia malattia ho passato un lungo periodo in terapia intensiva e malgrado oggi sia consapevole che la persona che mi è stata vicino non l’ha fatto ne per affetto ne per amore, a quel tempo aspettavo con ansia e trepidazione il momento in cui avrei potuto avere un contatto con la stessa.
Dal mio punto di vista è vero quando si dice che queste situazioni le puoi capire soltanto passandoci, infatti personalmente non mi metterei mai in pericolo uscendo il naso fuori di casa rischiando un contagio e mi incazzo da morire quando sento dell’incoscienza di alcuni che ancora non si rendono conto di ciò a cui vanno in contro con la loro superficialità ma ancor più mi chiedo come possa essere più problematica l’idea della multa di 4000€ anziché l’infezione che possa portare ad una possibile mortalità. Poi dico, ma se non pensate per voi stessi, pensate almeno per i vostri famigliari, perché non è detto che voi non possiate essere il mezzo di trasporto del virus, per voi possibilmente immuni ma per altri mortale. È inutile che ce la prendiamo con il nostro governo di non aver attuato le misure necessarie per la nostra tutela quando i primi siamo noi a non farlo su noi stessi, personalmente sono molto arrabbiata per i continui DPCM che ci mettono in confusione senza arrivare a una effettiva soluzione del problema come sono arrabbiata di tutte quelle persone che hanno fatto la scelta di vivere al nord per motivi lavorativi, familiari, economici e adesso a causa dell’epidemia in maniera incosciente sono rientrati nelle proprie regioni mettendo a rischio i loro stessi famigliari, vedendo l’altro lato della medaglia sempre è ovvio che le stesse perdendo il posto di lavoro e non sapendo come arrivare a fine mese hanno la necessità di tornare alle proprie case natie e non possono essere abbandonate a se stesse. Cavolo, volete almeno prendervi la briga di controllare di non essere positivi e rischiare quindi di contagiare gli altri? Si è permesso che oltre 35.000 persone rientrassero in Sicilia, nella mia mente ho pensato che fossimo trattati come carne da macello, d’altronde noi meridionali siamo sempre stati visti in maniera negativa e non credo che nel momento in cui gli ospedali siano stati saturi ci si sia creati più di tanto il problema di spedire le persone dal nord al sud fregandosene materialmente che le strutture nel meridione non siano minimamente equiparabili a quelle del nord, a dimostrazione di ciò il fatto che il 14 Marzo, due persone siano state trasportate in elicottero dall’ospedale di Bergamo all’ospedale Civico di Palermo. Ma da noi in Sicilia si dice: “U pisci feti da testa” tradotto “Il pesce puzza dal capo” quindi i controlli che non sono stati effettuati in maniera corretta proprio dal nostro governo non di meno mi chiedo perché il nostro presidente della regione Musumeci soltanto il 15 Marzo fa un ordinanza con la quale solo due voli ed un treno al giorno possono essere diretti per Roma. Perché le frontiere della nostra Sicilia non sono state chiuse per tempo? Sinceramente non mi sento di biasimare minimamente il nostro caro sindaco Cateno De Luca. Ok, può avere dei modi discutibili, in qualche occasione, a volte fuori dalle righe, ma onestamente in questo momento più della forma ci interessa la sostanza e le parole rimangono parole e quello che contano in realtà sono i fatti e per quanto se ne voglia o se ne possa dire mi sembra che di fatti il nostro sindaco ne faccia abbastanza. La dialettica e la forma legale probabilmente non sono delle migliori ma è uno di noi, fa parte del popolo, è cresciuto con noi, conosce i nostri problemi, sa quali sono le tematiche che deve affrontare, come affrontarle ma soprattutto come risolverle, si prende la responsabilità di quello che dice e di quello che fa lottando in prima persona e mettendosi in trincea dando l’esempio a tutta la comunità combattendo per i nostri diritti di cittadini. Dobbiamo a lui, e solo a lui, il fatto che le navi non continuino a fare un andirivieni regolare e facendo oltrepassare come se niente fosse lo Stretto a chiunque incuranti che fossero positivi o meno e nel momento in cui lo stesso riesce a ideare con l’aiuto dei suoi collaboratori un sistema di banca dati che possa garantire più sicurezza al trasporto nello Stretto di Messina che cosa succede? Si becca una bella denuncia dal ministro degli interni, ora dico, considerando che la stessa banca dati verrà applicata alle frontiere Italiane su modello di quello che è stato attuato nello Stretto e stabilito che con i fatti il nostro sindaco ha dimostrato la fermezza di ciò che dichiarava mi chiedo come si fa in questo momento invece di pensare alla tutela dei cittadini e alla risoluzione di un problema così grave subordinare tutto questo a una denuncia da fare a De Luca. Cara Luciana Lamorghese, lasciando stare la dialettica non perfetta, se posso dirla tutta a me i modi spicci del nostro sindaco fanno anche ridere, e pur capendo che la forma ha la sua importanza, io in questo momento penserei a ben altro.
Cateno datti una calmata perché quando urli in quel modo rischi di farti venire un infarto, va a finire che ti fai scoppiare un’arteria e dai sazio in diretta a chi ti vuole “bene”!!!. Di solito si dice di contare fino a dieci, ma probabilmente fino a cento non basterebbe comunque per te, caro sindaco, ma d’altronde credo che in questo momento il tuo modo diretto sia quello che la gente abbia davvero bisogno. Questo è il momento di essere solidali uno con gli altri ma soprattutto di essere rispettosi delle regole e per quanto possibile cerchiamo di essere sensibili ed umani nei confronti dei più deboli ed i meno fortunati.
Ricordo la prima volta che ho sentito la macchina comunale che girando per le strade faceva riecheggiare la voce tonante del sindaco che ci ordina in modo perentorio di rimanere a casa, ora dico: ma c’è bisogno di arrivare a questi rimedi addirittura da lunedì sicuramente la stessa voce ci sarà data a comando da un drone che si è visti obbligati a far girare per i villaggi a sorvegliare l’ordine pubblico perché ancora oggi si parla di circa 169 aggregamenti di persone incoscienti che nell’inosservanza delle regole diventano un rischio per se e gli altri.
Può sembrare che a volte i sistemi adoperati da De Luca possano essere un po’ esagerati ma in realtà credo che siano più attuativi e responsabili di quelli di molti altri, a questo proposito mi sento di fare un appello al presidente Nello Musumeci affinché lo stesso sistema di banca dati ideato da De Luca venga applicato a livello regionale, e quindi anche nei punti centrali come Palermo e Catania infatti già si è sentito parlare di alcune persone che hanno pensato bene di partire dal porto di Genova per arrivare a Palermo e non è molto difficile supporre che la stessa cosa possa succedere dal porto Napoli a Catania, quindi realisticamente affinché la regione sia tutelata non basta che sia sorvegliato solo lo stretto di Messina. Facciamo in modo che la Sicilia non venga ricordata sempre per le cose negative, ma anche per le positive. Oggi possiamo essere un esempio di compostezza, di regole e di organizzazione per tutti. Facciamo in modo che alle parole seguano i fatti perché quando “Le parole nascono belle e sono seguite dai fatti, diventano meravigliose.” (Rudy Zerbi)