Ciao cari amici, innanzitutto mi è doveroso farvi gli auguri per la Pasqua appena trascorsa, malgrado l’abbiamo vissuta in modo anomalo stando lontano dalle persone che amiamo e per chi è cristiano non potendo svolgere le funzioni pasquali nel tradizionale iter di adorazione al nostro salvatore. L’unico conforto è stato poter ascoltare in TV o in streaming le celebrazioni che venivano fatte nelle chiese desolate ma la preghiera che innalziamo per la rinascita ad una nuova vita e il superamento di questo brutto momento ci deve trovare tutti uniti.
Per quanto mi riguarda io ho vissuto tutto ciò ancora più profondamente e intensamente rimanendo totalmente da sola a casa e solo il ricordo di ciò che avevo vissuto in passato mi faceva dimenticare l’assordante silenzio che stavo vivendo.
Dal mio punto di vista però dobbiamo trovare sempre una nota positiva che ci dia la forza di affrontare la negatività che ci circonda, e lo dico dal più profondo del cuore: cerchiamo la forza in noi stessi per andare avanti e superare gli ostacoli che la vita ci pone, ancora una volta infatti devo ringraziare la mia cocciutagine e testardagine… eh sapete, tutto sommato, essere un po’ caparbi e ostinati nella vita non è tanto male ma ovviamente nulla si può fare da soli e quindi mi sento davvero in dovere di ringraziare chi nell’ambito delle proprie competenze non si dimentica delle persone più deboli.
Non mi nascondo che c’è stato un momento in cui mi sentivo avvilita perché non riuscivo ad avere alcuna risposta agli interrogativi e ai problemi che ponevo, addirittura ho percepito un senso di abbandono da parte delle Istituzioni, dalle quali non ricevevo alcun riscontro. Qui di seguito vi riporto il messaggio che avevo inoltrato al Sindaco Cateno De Luca:
Buonasera caro sindaco, sicuramente non si ricorda di me, l’ultimo incontro lo abbiamo fatto sulla pista di ghiaccio quando c’è stata la manifestazione al Duomo con la partecipazione dell’unione ciechi di Messina. Il mio nome è A. R. e non voglio disturbarla, perché so che è impegnato in questioni tanto urgenti, addirittura vitali, per noi cittadini. Vorrei però sottoporre alla sua attenzione qualche quesito che già mi sono permessa di esprimere ma secondo me non è stato adeguatamente considerato.
Insisto perché sono sicura che la mia, che non è una voce risonante denuncia comunque una categoria di persone che spesso vengono poco considerate.
È da giorni che vengo trattata come una palla e rimbalzata dal Comune alla Protezione Civile, dalla Protezione Civile alla Croce Rossa, dalla Croce Rossa al medico curante ed in fine al Policlinico, dove d’altronde sappiamo tutti la situazione critica che c’è e prendere la linea è a dir poco impossibile. Questo però non fa altro che aumentare la mia preoccupazione per la problematica che ho sottoposto e la quale è stata presa un po’ sottogamba secondo me, forse perché non si è capito bene cosa intendevo dire. Lo spiego a Lei perché sono sicura che vaglierà la cosa con più diligenza, fosse solo per il ruolo che ricopre.
Il mio dubbio è se esiste un canale preferenziale o un numero o un autocertificazione per i casi urgenti. Mi spiego meglio: Per le persone che stanno male e sono seguite dagli ospedali fuori Regione, e parlo nel mio caso che preferirei morire a casa mia anziché andare in ospedale, dove non conoscono le mie problematiche e la mia storia clinica, e quindi non saprebbero cosa fare di me, per l’assurdo potrebbero essere loro stessi causa della mia dipartita nell’utilizzare dei farmaci che non dovrebbero, ad esempio lo stesso cortisone, che io assolutamente non posso usare.
Allora ho chiesto cosa fosse previsto per questi casi, perché l’urgenza si deve prevedere prima, non si può fare al momento, altrimenti, signor sindaco, ci ritroveremmo nella stessa situazione che stiamo affrontando adesso, cioè inseguire il problema e non prevenirlo.
Lei si immagina se improvvisamente io dovessi stare male e dovrei partire per Bologna, quali spiegazioni dovrei dare alle forze dell’ordine? Quella che mi è stata suggerita? Cioè che gli spostamenti per salute sono consentiti.
Perché, l’aereo mi sarebbe possibile prenderlo? O semplicemente passare dall’altra parte dello stretto senza accedere per tempo nelle 48 ore previste nella banca dati?
Per esempio io, che ho subito un trapianto, ricordo che all’epoca abbiamo fatto richiesta alla prefettura in tempi non sospetti per essere pronti quando sarebbe arrivato il momento giusto di fare tutto in tempi brevissimi e appropriati alla situazione.
Minimamente vorrei dire cosa è giusto o non giusto fare ma se questa tematica non è stata considerata vi pregherei di gettare uno sguardo sulla cosa e poter valutare quale eventualmente potrebbe essere una soluzione pragmatica.
Altra questione che ho posto è stato il fatto dei cosiddetti farmaci salvavita, anche li non sono riuscita ad avere nessun riscontro, il problema infatti non è poter avere semplicemente il farmaco a casa, ma che lo stesso deve essere fatto da una persona competente e che lavora nell’ambito sanitario, quindi la mia richiesta era se ci fosse un operatore sanitario che si occupasse non soltanto della consegna ma anche di poter mettere la flebo e verificare che tutto andasse per il verso giusto.
Ultimo quesito, ma non meno importante, anzi per me vitale, è la necessità che venga regolamentato il diritto di visita nel nostro territorio, dove c’è chi fa bello e cattivo tempo, approfittando in maniera ignobile della quarantena che questa pandemia ci impone. Mi dispiace, ma io credo che il diritto di vedere il proprio figlio superi quello della restrizione, ovviamente con le dovute cautele, precauzioni e prevenzioni che il caso richiede.
Mi scusi signor sindaco, lo so che probabilmente queste possono sembrare delle “cazzate” per usare una parola colorata come quelle che usa Lei, ma mi sento di insistere su questi argomenti perché la conosco, la seguo da anni e so con quanto cuore, con quanta passione e determinazione si impegna per i suoi cittadini, e bene, malgrado io sia una disabile e conto davvero davvero molto poco rispetto a tanti altri, alla moltitudine e ai personaggi importanti che possono essere di rilievo in questa situazione, io Le chiedo con tutto il cuore di valutare ciò che Le sto sottoponendo con quella umanità che l’ha sempre contraddistinta. Le allego il link del mio ultimo articolo solo perché mi sembra giusto nel momento in cui, ancora una volta, mi sono permessa di nominare anche Lei. Un abbraccio affettuoso e ovviamente virtuale, Anto.
Messaggio a cui non ho avuto risposta, né da parte del sindaco, che per carità capisco benissimo la situazione difficile che deve affrontare a nome di tutti noi e probabilmente trova anche un po’ superficiale ciò che chiedo, né da parte di altri due assessori ai quali l’ho inviato, che per delicatezza non faccio i nomi che malgrado siano designati ad occuparsi delle problematiche sociali, ma che nel caso specifico non solo non mi hanno degnato di alcuna attenzione, ma hanno volutamente visualizzato i messaggi e ignorati.
Non riuscirete mai a crederci, ma sono stata per più di una settimana a cercare di contattare diversi numeri sia della protezione civile, del COC, della Croce Rossa e del Policlinico con ben due telefoni diversi nella speranza prima di un contatto e poi di risposte. Fortuna vuole, se vogliamo chiamarla così, che un amico va alla farmacia del Policlinico per motivi personali e mi fa la gentilezza, quando si trova in loco, di chiamarmi e farmi parlare con la dottoressa, la quale per tutta risposta mi dice che mi devo rivolgere alla Protezione Civile, con voce isterica chiedo “Ma mi state prendendo in giro? La Protezione Civile mi manda alla Croce Rossa, la Croce Rossa mi devia al Policlinico e voi mi rimandate alla Protezione Civile?” Presa alla sprovvista, la dottoressa, probabilmente dalla mia reazione, mi da quattro numeri ai quali potermi rivolgere… e bene: uno mi dava errore di chiamata, uno risultava inesistente, gli altri due squillavano ma mai nessuna risposta! Voglio sottolineare che sono una persona abbastanza realistica e mi rendo conto del caos che si vive dappertutto in questo momento, ma altrettanto realisticamente devo ringraziare un mio collega di sventura che lavorando al centralino comunale è riuscito grazie alle sue conoscenze a procurarmi i numeri giusti delle persone da contattare, una di queste è stata la presidente della Messina Social City, Valeria Asquini, che molto umanamente non soltanto mi ha ascoltato ma si è messa subito a disposizione e mi ha messo in contatto con la sua collega Rossella Lanzafame, cavoli, finalmente delle persone che non soltanto non erano sfuggevoli, ma si prendevano l’onere di darmi delle risposte e l’impegno di cercare una soluzione, qualcuno che mi ascolta davvero e cerca di capire insieme a me come risolvere il problema, così mi viene in mente che io dovrei avere il numero del Professore N. del Policlinico, nella mia testa ho pensato “beh figuriamoci se con tutta la confusione del momento e si ricorda di me e se può darmi una soluzione” già, perché apro e chiudo parentesi questo farmaco per il quale sto facendo infinite telefonate è lo stesso del piano terapeutico per il quale ho combattuto tanto affinché fosse approvato qui al Policlinico di Messina, poiché non riuscivo ad accettare che la regione Emilia Romagna mi fornisse questo “salvavita” e la regione Sicilia no.
In realtà però con mia grande sorpresa non soltanto il Prof. N. si ricordava del mio caso, ma in diretta mentre era al telefono con me ha allertato immediatamente la caposala dicendomi di stare tranquilla che appena avesse avuto delle novità mi avrebbe contattato immediatamente.
Un grazie di cuore mi nasce spontaneo perché dal mio punto di vista dipende sempre se quello che facciamo è fatto con umiltà, amore e attenzione verso il prossimo.
Al mio interrogativo sul problema della prenotazione preventiva sulla banca dati invece ci ha pensato il governo che molto diligentemente in questo periodo di crisi ha pensato bene di convocare il Consiglio dei Ministri per avere un parere sull’ordinanza del sindaco De Luca e per fare in modo che la stessa fosse abrogata, boh, siamo davvero all’assurdo, scusate, ma che male ha fatto questo sindaco: quello di tutelare la popolazione nella sua città? Ok non avrà i modi e le maniere giuste, avrà un linguaggio un po’ colorato e a volte sbaglierà anche i termini, ma chi se ne frega? Verba volant scriptta manent, i fatti… i fatti ci vogliono! E i fatti sono che questo sistema poteva davvero tutelare la città di Messina e provincia avvisando per tempo i sindaci di chi andava nei paesi e fornendo la possibilità alle forze di ordine pubblico di effettuare controlli in maniera più adeguata.
Davvero i sindaci di Taormina, Milazzo e Palermo, invece di appoggiare un sistema che poteva tutelare anche le proprie città lo hanno attaccato? Voglio proprio vedere dopo questi tre giorni di chiusura dello stretto voluta dal presidente Musumeci cosa succederà, senza considerare poi questo corridoio ecologico che vogliono attuare.
Dal mio punto di vista in questo momento non ci dovrebbero essere fazioni politiche, non è una lotta al potere ma una lotta alla sopravvivenza, questo è il momento di dimostrare la vera unità d’Italia, finiamola di sprecare le forze in degli attacchi gli uni contro gli altri e concentriamoli nell’unica lotta comune che deve essere quella contro il coronavirus.
Lottiamo per la nostra Italia, facciamo che la storia sia di insegnamento e quindi riservandomi di riprendere l’argomento, concludo con la citazione del nostro Giuseppe Garibaldi
“Qui si fa l’Italia o si muore!”