Non le manda a dire il virologo Giulio Tarro, nella recente intervista per il portale Affaritaliani.it. Il medico, che afferma di essere stato candidato al premio Nobel, ha voluto criticare aspramente l’obbligo vaccinale e l’immunologo Roberto Burioni. Il tutto in vista dell’uscita del volume 10 cose da sapere sui vaccini, che sarà in libreria tra qualche giorno. Secondo il medico, l’obbligatorietà non sarebbe efficace e, anzi, rappresenterebbe una sorta di manovra delle grandi case farmaceutiche ai danni dei cittadini.
GIULIO TARRO, L’OPINIONE SULL’OBBLIGO VACCINALE
«L’obbligo vaccinale di massa non ha alcun senso – ha affermato Giulio Tarro -. È controproducente. È chiaro che la vaccinazione è un fatto positivo per la saluta delle popolazioni ma bisognerebbe fare un anamnesi di ogni caso, capire quale è la storia di ogni paziente. Siamo invece al cospetto di campagne di masse e medici che per principio dicono che i vaccini non hanno effetti collaterali. Ma è assurdo. Il vaccino è di per sé un farmaco e può avere effetti collaterali, anche gravi».
Giulio Tarro ha affermato che l’estensione dell’obbligo vaccinale anche in altri Paesi d’Europa (anche la Francia sta per portare il numero di vaccini obbligatori a 11) è «una manovra da Big Pharma». «Probabilmente – dice – l’Italia è stata scelta come pacemaker dei vaccini per dare il passo alle altre nazioni. Di recente in Francia ne hanno resi obbligatori 11. Una bella vaccinazione totale di massa».
GIULIO TARRO E LO SCONTRO CON ROBERTO BURIONI
Inoltre, il virologo è molto critico nei confronti del suo collega Roberto Burioni con il quale ha avuto più di un confronto pubblico: «Penso che Burioni capisca poco. Ovvio che i vaccini possono essere utili in alcuni soggetti, inutili in altri e dannosi in altri ancora. Ma non penso ci possa essere un colloquio con persone del genere». In più ha raccontato l’aneddoto in base al quale lo stesso Tarro – secondo Burioni – non avrebbe potuto parlare, vista la sua età avanzata. Lo scontro ci fu all’epoca delle feroci critiche al convegno organizzato dall’Ordine del biologi da parte di Burioni che lo accusò di essere schierato contro i vaccini.
Giulio Tarro, infine, chiude parlando dei forti interessi economici dietro alla produzione dei vaccini. Secondo lui, in passato, ci fu un forte calo nella realizzazione di questo tipo di farmaco perché, in seguito ad alcuni danni subiti, si potevano citare in giudizio i produttori. Ora, invece, dopo che sono iniziati gli incontri del mondo economico a Davos, i vaccini tornano a essere un prodotto interessante dal punto di vista del mercato: «I vaccini – dice – sono diventati il motore dell’industria farmaceutica».