Sono giorni in cui è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la forza e la vitalità del nostro sistema democratico». Respinta ogni accusa di autoritarismo: «Come giurista e come persona cresciuta e educata ai valori democratici, ritengo profondamente ingiusta l’accusa di aver compresso i diritti primari e le libertà fondamentali».
Decisa la difesa dell’operato suo e dei ministri: «Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata: c’è stato accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale». E ancora: «Il governo non ha mai improvvisato in solitaria sull’emergenza coronavirus. Il Parlamento è stato costantemente informato, e lo dimostra la mia presenza in questa e in altre occasioni.
Sulla Fase 2 occorre andare cauti perché «un recente rapporto del comitato tecnico scientifico – che non è segreto, è stato pubblicato dai giornali e oggi sarà illustrato dal professor Brusaferro – stima che la riapertura simultanea di tutte le attività economiche, scuole e attività sociale dal 4/5 porterebbe a un aumento esponenziale incontrollato dei contagi». L’avvertimento è chiaro: «Se il tasso R0 tornasse vicino a 1 si saturerebbero le terapie intensive entro fine anno». Perciò «Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata. Qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica del “chiudiamo tutto” al “riapriamo tutto”, rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi». «Con il ritorno al lavoro ci saranno nuove occasioni di contagio» ricorda, spiegando che invece «per la scuola puntiamo ad un effetto contenitivo massimo». Ricordando che in Italia «abbiamo 105mila casi accertati senza considerare gli asintomatici». Quindi, «secondo le statistiche», i casi «sarebbero molto di più»