Mafia, 91 arresti in un blitz tra Palermo e Milano: l’intervento della Guardia di Finanza
I Fontana a Palermo si occupavano delle fonti di finanziamento tradizionali di Cosa nostra, basate sulle estorsioni, sulle gare truccate negli ippodromi di Siracusa e del Nord, a Torino, Villanova d’Albenga, Milano e Modena, sul controllo di una cooperativa che lavora ai Cantieri navali, il “loro” quartiere. A Milano il denaro così guadagnato veniva trasportato da spalloni e reimpiegato in attività redditizie come la commercializzazione di cialde e capsule per caffè. Lì, per gestire meglio la situazione, si erano trasferiti i fratelli Gaetano, Giovanni e Angelo Fontana, di 44, 42 e 40 anni, la sorella Rita e la madre, Angela Teresi. I quattro sono figli di Stefano Fontana, la Teresi è la vedova del boss, morto nel 2013. Tutti arrestati.
La famiglia mafiosa dell’Acquasanta fu direttamente coinvolta nel fallito attentato dell’Addaura contro Giovanni Falcone (21 giugno 1989), quel tritolo lasciato sugli scogli che fece parlare il giudice di “menti raffinatissime”. I Fontana hanno utilizzato aziende in difficoltà per rilevarle e infiltrarsi e nella situazione attuale di pandemia – è l’allarme degli inquirenti e del Gip Piergiorgio Morosini, che ha firmato l’ordine di custodia – potrebbero tentare di approfittare della crisi economica per accaparrarsi altre aziende.
Fra le attività in cui sarebbe stato riciclato il denaro sporco anche la gioielleria Luxury Hours, sequestrata nei mesi scorsi nel quadrilatero della moda milanese. Nel blitz di oggi sono stati sequestrati beni per circa 15 milioni di euro, fra immobili e aziende, ma anche una dozzina di cavalli.