David Bromberg Band

Potremmo anche fare a meno di parlare di un artista di questo calibro, nel senso che, per chi ha seguito la scena roots in questo trentennio e anche più, conosce benissimo lo spessore artistico del nostro caro David Bromberg. Anche perché oltre ad aver scritto e musicato bellissime canzoni per se, ha suonato le chitarre per tanti altri grossi nomi contribuendo col suo meraviglioso tocco.
La cosa che colpisce di più nei dischi di Bromberg è che riesce a mischiare brani roots con richiami celtici, anche Bluegrass, racchiudendo in una manciata di minuti di musica tutta la storia americana degli ultimi 100 anni.
Big Road, che è il seguito di un bellissimo lavoro uscito nel 2016 “The Blues, The Whole Blues and Nothing But the Blues”, è un disco di pura “Americana”, un disco dove l’artista riesce ad intrecciare Rock, Country, Folk, Blues e anche Gospel però lo fa con grande maestrìa, anche perché è accompagnato da una grandissima band.
Brani Bluegrass come “Lovin’ of the Game” con quel suono di fisarmonica e violino, ti fanno viaggiare per le campagne americane sentendo il profumo di quei posti, per passare al Blues, con una tecnica di “fingerpicking” pazzesca, di Mary Jane che ci porta nel Mississippi, mentre invece “Standing in the Need of Prayer ci ricorda molto i raccoglitori nei campi di cotone. “Diamond Lil” invece è una ballata psichedelica, se vogliamo, alla Grateful Dead o “George, Merle & Conway” dedicata ovviamente ai tre countrymen George Jones, Merle Haggard e Conway Twitty. Insomma un disco vario e completo, un bel lavoro si può dire.
Big Road è stato registrato a New York, nella Club house di Rhinebeck con un produttore di tutto rispetto, Larry Campbell.


David Bromberg gira con questa formazione: Mark Cosgrove alla chitarra e mandolino, Nate Grower al violino, mandolino e chitarra, Josh Kanusky alla batteria e Suavek Zaniesienko al basso. Però in questo disco troviamo anche musicisti che non lo seguono in tour come Dan Walker al piano, organo e fisarmonica, infine una sezione fiati da fare paura con Birch Johnson, Jon-Erik Kelso, Matt Koza e Bob Stewart.
David ci ha regalato un capolavoro, un disco che tutti dovremmo avere nei nostri scaffali. Io l’ho ascoltato e ve lo consiglio.
Alla prossima.

Vincenzo Tropepe.