“Invito a rileggere l’articolo 120 della Costituzione, non per i poteri sostitutivi, ma la disciplina chiara che ricorda che la Regione non può istituire e adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e le cose, nel limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, in audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, parlando dei passaporti sanitari. La previsione di un “passaporto sanitario” non è contemplata dalla Costituzione. A metterlo in chiaro è il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia. Oltre al fatto che per “Costituzione non si può limitare la libera circolazione delle persone”, spiega Boccia, “c’è il fatto che gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari. E dunque non ci sono”. Il ministro sottolinea che “se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione”. Non è previsto distinguere “tra cittadini di una città rispetto all’altra. Se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vorrebbe un accordo tra le parti”. “Nei prossimi giorni con l’ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso. Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo” “Per volontari civici bando come operatori carceri” “Il bando per gli assistenti civici è lo stesso dispositivo degli operatori socio sanitari per le carceri, senza ronde, milizie e guardie. Lì decidevano i direttori delle carceri, qui lo faranno i Comuni e i sindaci”. “In meno di una settimana – ha spiegato Boccia – mille persone sono entrate nelle carceri e abbiamo consentito di dire a un magistrato di sorveglianza che Raffaele Cutolo non doveva andare ai domiciliari perché c’erano otto volontari che erano arrivati qualche giorno prima. Nel dispositivo del giudice di sorveglianza di Reggio Emilia, una donna molto coraggiosa, che ha scelto di dire no ai domiciliari, c’è scritto degli otto operatori socio sanitari”. Il ministro ha spiegato che si tratta di alcuni dei 25mila oss volontari “che hanno lo stesso dispositivo degli assistenti civici. Lo dico a tutti quelli che in questi giorni sono saliti in cattedra e hanno fatto i censori”.