Salvatore Granata (Legambiente Nebrodi) : ”Quando c’è un’erosione non è intelligente avanzare le urbanizzazioni“.

“Legambiente non è stata mai coinvolta nel progetto dei lavori in corso sul Lungomare, né preliminarmente né dopo la sua approvazione. Fosse stato così, oggi non avrebbe sollevato il caso.
Il Sindaco di Capo d’Orlando intende coinvolgerci anche per sfuggire alle sue responsabilità allorquando le prossime mareggiate distruggeranno quel che resta della spiaggia e danneggeranno il muro stesso.
E’ assolutamente evidente guardando la foto allegata che non si tratta della ricostruzione del muro, finanziata con 400 mila euro originariamente destinati al ripascimento della spiaggia, bensì dell’avanzamento per quasi 5 metri del fronte del muraglione di sostegno del lungomare.
Se a questo avanzamento si aggiunge la scogliera radente prevista in progetto, alla fine, oltre ad esserci meno spiaggia, succederà che la riflessione delle onde sul muraglione produrrà ancora più danni: basti pensare che già attualmente il “bombardamento” delle mareggiate sul muro esistente provoca tremori alle soprastanti abitazioni, figurarsi quando questo sarà ancora più vicino al mare.
A tutti piacerebbe avere un bel lungomare ed un ampio marciapiede ‘vista mare’, ma se per realizzarli si distrugge la spiaggia che ne motiva l’esistenza non sarà un buon affare per i cittadini.
Il Sindaco deve assumersi le sue responsabilità ed evitare affermazioni non veritiere e palesemente incredibili, dato che è facilmente dimostrabile la paternità del progetto in capo all’Amministrazione Comunale.
Nei prossimi giorni chiederemo al Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico, Maurizio Croce, se quanto realizzato dal Comune di Capo d’Orlando con i fondi destinati alla tutela ed alla resilienza delle spiagge corrisponda o meno alle linea guida ministeriali ed al Contratto di Costa sottoscritto dallo stesso Sindaco Ingrillì.
Se c’è qualcuno che tenta di ingenerare equivoci e che contraddice impegni sottoscritti non è di certo Legambiente”.