Roma, 3 giugno 2020 – Il mondo animalista è sotto choc per la morte atroce di un elefante nel parco nazionale della Silent Valley, in Kerala. L’aninale, una femmina che avrebbe partorito fra circa 18 mesi (per questa specie di mammiferi la gestazione dura fino a 22 mesi), è stato ritrovato in piedi, la testa immersa nelle acque del fiume Velliyar nel tentativo disperato di lenire una profonda ferita alla mascella inferiore. Per le guardie forestali del parco indiano l’elefante si sarebbe provocato la lacerazione fatale dopo aver mangiato un ananas riempito di petardi. In seguito alla deflagrazione degli esplosivi non avrebbe più avuto possibilità di alimentarsi e avrebbe vagato nella riserva fino a collassare dal dolore.

Resta da capire se l’animale sia stato avvelenato intenzionalmente oppure sia incappato in uno dei frutti dentro i quali gli abitanti della zona nascondono esplosivi, in pratica delle trappole utilizzate per cacciare i cinghiali. Il ranger, che ha ritrovato il mammifero privo di vita, ha raccontato di aver visto l’elefante che vagava  dipserato anche dentro l’area privata del parco,  di aver dato l’allarme, ma di non aver potuto far niente per salvarlo. L’animale era già in agonia. “Non ha fatto male a nessuno anche quando correva, in preda a un dolore atroce, nelle strade del villaggio“, ha scritto commosso l’uomo in un post su Facebook che riporta anche la foto dello sfortunato mammifero.

Caricato su un camion, l’animale è stato cremato nella foresta dagli ufficiali della riserva. Ricevendo così l’addio che meritava. Per gli abitanti del Kerala l’elefante è un animale sacro, spesso è di proprietà di templi. Viene utilizzato nelle cerimonie religiose e il suo profilo campeggia anche sullo stemma dello stato indiano. L’elefante del Kerala è una delle tre sottospecie di elefante asiatico, una famiglia di mammiferi che l’Unione internazionale per la conservazione della natura ha decretato essere in via di estinzione: nelle ultime tre generazioni la sua popolazione è stata dimezzata, superando di poco le 20mila unità. E purtroppo, passando dall’Asia all’Africa, arriva un’altra tragica notizia per la fauna selvatica. In un sol giorno, nel Parco nazionale di Mago, nel sud dell‘Etiopia, i bracconieri hanno ucciso almeno sei elefanti. “Un vero massacro“, a detta del direttore della riserva. Contro un singolo esemplare sono stati esplosi una trentina di proiettili.

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