Il 24 agosto il primo volontario sano riceve il vaccino, poi dopo 4 giorni tocca ad altre due persone, poi ad altre 4 fino a raggiungere i 90 previsti dalla prima fase. La metà sono di età compresa tra 18 e 55 anni, gli altri 45 hanno tra i 65 e gli 85 anni. I test finora condotti sui topi indicano che il vaccino è in grado di stimolare sia la produzione di anticorpi neutralizzanti sia la riposta delle cellule immunitarie chiamate linfociti T killer. In autunno le fasi 2 e 3 con la somministrazione ai malati.

Si apprende dallo Spallanzani, il candidato vaccino chiamato Grad-CoV2, viene somministrato a una sola persona, che in seguito alla vaccinazione sarà tenuta in osservazione per qualche ora.

Il vaccino, che prevede un’unica somministrazione, è uno dei due progettati in Italia (l’altro è quello dell’azienda biotech Takis, sempre di Castel Romano) e si basa su un virus reso inoffensivo e incapace di moltiplicarsi, utilizzato come una navetta per trasportare nelle cellule l’informazione genetica che corrisponde alla proteina Spike, l’arma che il virus Sars-CoV2 utilizza per invadere le cellule.

Il virus-navetta fa parte della famiglia degli adenovirus, la stessa cui appartiene il virus del raffreddore, ed è di origine animale.

Giunto a destinazione, il frammento genetico che corrisponde alla proteina Spike stimolerà le cellule a produrre solo quel frammento della proteina, che a sua volta stimolerà la produzione di anticorpi.

I test finora condotti sui topi indicano che il vaccino è in grado di stimolare sia la produzione di anticorpi neutralizzanti, sia la riposta delle cellule immunitarie chiamate linfociti T killer, capaci di riconoscere le cellule colpite dal virus.

“Se riusciamo ad essere veloci, oltre che bravi, entro fine anno concluderemo ‘il percorso’ della sperimentazione e per la prossima primavera potremo avere il vaccino commercializzato”, ha detto il Direttore Sanitario dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia

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