“Il disastroso risultato elettorale di queste ultime amministrative comunali è un dato innegabile. Un chiaro segnale dei gravi errori politici fatti dal nostro partito. La Lega, primo partito italiano, non può certamente restare indifferente al dato politico dei risultati in Sicilia, soprattutto dopo il largo consenso ottenuto solo un anno fa alle Europee. Un segnale inequivocabile che deve servire a chi guida il partito, per comprendere le dinamiche del territorio siciliano e riorganizzare la struttura locale del partito. Serve un cambio di passo per il bene stesso della Lega”. È quanto afferma l’europarlamentare della Lega Francesca Donato, che stigmatizza il dato elettorale siciliano della Lega uscito dalle urne. “Il nostro segretario regionale, a cui va riconosciuto il merito di aver assolto al difficile compito di creare una struttura organizzata, dove prima non c’era nulla, ha creato le condizioni perché il partito iniziasse a strutturarsi, dando un ordine e delle regole precise di organizzazione. Questo lavoro, però, ha purtroppo distratto da una azione politica sui territori e dalla necessità di affrontare e risolvere i problemi reali dei cittadini siciliani. La struttura messa in piedi si è rivelata troppo rigida e poco permeabile agli appelli di attenzione e coinvolgimento da parte del territorio e molte energie positive non sono state messe nelle condizioni di potersi esprimere. Penso ai vari consiglieri espulsi dopo aver protestato pubblicamente per non aver ricevuto l’attenzione richiesta; ai commissari cittadini che si sono dimessi dal loro incarico non trovando interlocuzioni proficue con il direttivo regionale. Problemi comprensibili quando si crea da zero una struttura, scegliendo tra giovani volenterosi, ma non sempre all’altezza del ruolo assegnato. Però quelle voci occorreva ascoltarle. E fino adesso è mancata una forte affermazione del nostro ruolo in Regione. Abbiamo assunto la responsabilità di governo in un assessorato importante e fortemente simbolico, quale quello dei beni culturali e dell’identità siciliana, ma ancora non abbiamo dato il segnale di discontinuità che i nostri elettori si aspettavano. Quello che i Siciliani ci chiedono è rappresentare i loro interessi ad ogni livello e lottare per difenderli. Ritengo che ciascuno di noi possa e debba fare di più per rendere determinante l’azione politica del partito sul territorio regionale, dando ai nostri elettori un segnale di discontinuità. Il successo storico della Lega è sempre consistito nella capacità di ascolto dei territori. Questo vale al nord e deve valere anche al sud ma con una variabile: la Sicilia non è la Lombardia. Qui i linguaggi, i codici di comportamento, le gerarchie dei valori e anche le priorità sono diversi. Nella nostra isola mancano le strade, le infrastrutture fondamentali , i centri di studio e ricerca di alto livello e i giovani sono costretti ad emigrare per studiare e trovare lavoro. La Lega in Sicilia non ha ancora fatto propri questi temi, ricalcando troppo ciecamente le linee tracciate dai leader del nord, senza elaborare un proprio progetto per la regione siciliana. Credo che questo sia il principale problema che gli elettori siciliani, in queste amministrative, hanno evidenziato con il loro mancato voto per la Lega. Dobbiamo concentrarci su questo oggi: il nostro progetto per la Sicilia, che affronti i problemi drammatici ed irrisolti del nostro territorio: le infrastrutture, il lavoro, l’istruzione, la sanità, l’industria e la ricerca, le comunicazioni, la transizione energetica e digitale, la tutela ambientale, il tutto con un semplice e chiaro obiettivo: lo sviluppo economico dell’isola. Parte fondamentale di questo progetto deve essere la realizzazione della piena autonomia, tramite la completa attuazione del nostro Statuto. Una Lega che non persegua l’obiettivo dell’autonomia speciale effettiva e dello sviluppo economico del territorio, in Sicilia non ha alcuna ragione di esistere, né pertanto alcuna possibilità di crescere e consolidarsi. Tutto questo, a mio parere, deve svolgersi nell’alveo di un centrodestra unito, che guardi con fiducia alla grande tradizione moderata della Sicilia, nella quale la Lega può e deve essere un pilastro portante. Il nostro segretario regionale, Stefano Candiani ha sempre sostenuto che la guida del partito in Sicilia, appena possibile, avrebbe dovuto essere affidata ad un siciliano. Lo ha detto spesso in privato e dichiarato pubblicamente nei giorni scorsi. Io credo che i tempi per questo cambio di passo siano maturi, e che se sapremo ascoltare cosa gli elettori hanno voluto dire alla Lega in Sicilia in queste amministrative, potremo partire con un nuovo grande progetto, in un centrodestra vincente, per una Sicilia finalmente protagonista in Italia ed in Europa”.