Capo d’Orlando – Arriva dai consiglieri Felice Scafidi e Linda Liotta la seconda Nota di dissenso nei confronti del Presidente del civico consesso per argomentare sul medesimo aspetto tecnico-regolamentare. Attorno alla delicata circostanza politico-istituzionale, fatta emergere dai comunicati stampa a firma di sei consiglieri, che rappresentavano in aula l’opposizione che con l’ingresso di Scafidi e Liotta ha raggiunto il 50% dell’intero Consiglio Comunale, rafforzando la prospettiva di un interessante progetto indirizzato alla futura competizione per le Amministrative 2020/2021. Le forze politiche in campo, infatti, ci tengono a dare informazione circa ciò che è accaduto in Aula Consiliare, come al contempo l’autonomia di ciascuna di esse diviene, per la comunità orlandina, garanzia di pluralità di proposte alternative all’amministrazione Ingrillì. Di seguito la Nota avente ad oggetto: “L’Errata interpretazione dell’art.26 c.4 e c.6 del regolamento sul funzionamento del consiglio comunale, da parte del Presidente del Consiglio, non ha consentito il confronto in Aula sugli emendamenti dei consiglieri Scafidi e Liotta, finalizzati ad incrementare le agevolazioni ai cittadini-utenti-contribuenti con la riduzione della Tari e dell’IMU”:

“I sottoscritti Consiglieri comunali non possono esimersi dall’evidenziare quanto accaduto nella seduta del Consiglio Comunale del 29 ottobre scorso, in apertura del confronto su argomenti inseriti all’ordine del giorno. Stante che il Consiglio Comunale, in quanto supremo organo locale in cui è riposta la sovranità popolare ha compiti di indirizzo e controllo politico-amministrativo, oggi più che mai, assume una rilevante importanza l’esercizio delle funzioni del presidente del Consiglio comunale. Egli, come da fonte costituzionale, è tenuto ad osservare un comportamento «neutrale».

Sulla base del principio appena enunciato, non è comprensibile l’atteggiamento tenuto in Aula dal presidente del Consiglio che pur avendo convocato con carattere d’urgenza e quindi con documentazione resa disponibile alla valutazione dei singoli Consiglieri solo qualche giorno prima e contrariamente ad una prassi consolidata ultra ventennale di un accoglimento di emendamenti su argomenti all’ordine del giorno anche attraverso la discussione degli stessi preliminarmente letti al civico consesso perchè ne possa acquisire il contenuto, il Presidente del Consiglio ha fatto ricorso alla votazione dell’Aula, consapevole che la forza dei numeri avrebbe impedito un esito positivo e quindi negato la presentazione degli stessi. I due emendamenti – dai sottoscritti presentati alle proposte n.29 e n.31 – condivisi peraltro anche da altri consiglieri presenti in Aula, avevano ad oggetto delle proposte riguardo le agevolazioni del fondo perequativo Imu e Tari e in sintesi precisamente: 1) Abbassare l’aliquota IMU ai minimi di legge, cioè all’8,6 per mille e non tenerlo al 9,60 per mille, come previsto attualmente, perché non avrebbe certamente messo a rischio i conti del Comune, ma sarebbe stato un maggior ristoro per le famiglie e le imprese vittime di una crisi economica non meno devastante di quella sanitaria. 2) Riguardo alla proposta n.31 del 23.10.202 (TARI), avremmo voluto proporre in favore delle tartassate e sofferenti imprese e, più precisamente, per i codici ATECO che hanno dovuto sospendere l’attività a causa del noto lockdown, il predisposto emendamento che stabiliva una riduzione della tariffa Tari del 35% e non solo del 25% a carico del fondo perequativo. E’ infatti noto a tutti il concreto risparmio dei costi sui servizi d’igiene ambientale a seguito della nuova gestione. Tutto ciò, da noi affermato, trova riscontro e conferma nelle reiterate ordinanze del sindaco e nel successivo bando pubblico predisposto dalla SRR provincia di Messina per l’affidamento settennale del servizio di igiene ambientale. Pertanto, manifestiamo  amarezza e delusione per un’apertura che sarebbe dovuta essere conseguenziale al carattere d’urgenza della convocazione del Consiglio comunale, e che invece ha trovato un atteggiamento di prevenuta chiusura da parte dell’organo garante del rispetto delle forze politiche in Aula. La bocciatura a priori delle nostre proposte di emendamento sulla riduzione della Tari e dell’ IMU,  ha precluso, ai cittadini un potenziale perseguimento delle loro  legittime aspettative di tematiche gravose su tutta la comunità”.