Negli anni 80 iniziò la vendita di prodotti legati alla forma fisica tramite pubblicità, le cosiddette televendite. Mi ricordo soprattutto  le immagini di super modelli del fitness sfoggianti fisici mozzafiato che proponevano prodotti miracolosi che promettevano risultati certi in poco tempo: i bruciagrassi. 

Cosa sono i bruciagrassi? 

Sono sostanze, spesso integratori, che hanno dimostrato in qualche modo di avere un effetto sul metabolismo corporeo. Questo dipende dalla sostanza utilizzata e soprattutto dalle dosi utilizzate, quest’ultima caratteristica di fondamentale importanza. 

Tra gli integratori “brucia grassi” più utilizzati c’è la caffeina, sostanza appartenente alla famiglia degli alcaloidi (stessa famiglia della morfina, teina, morfina) estratta da piante ed utilizzata da secoli nella preparazione di alimenti e bevande. Agisce su tutto il corpo determinando effetti sul Sistema Nervoso Centrale (migliorando riflessi, capacità di concentrazione), sul Sistema Cardiovascolare (aumento frequenza cardiaca), sul Sistema Gastro Intestinale (aumento peristalsi intestinale). 

La caffeina è tra le sostanze maggiormente studiate ed ha effettivamente dimostrato di essere un utile strumento in ottica dimagrimento – miglioramento delle performance ma dose specifico; molti studi hanno dimostrato come 100 mg di caffeina (il contenuto medio di 1 tazzina di caffè) prima dell’allenamento o della performance siano sufficienti al miglioramento delle capacità prestative; tuttavia, quest’ultimo  dato riguardante la dose, dipende anche da quanti caffè il soggetto è abituato a consumare. Dosaggi maggiori inoltre potrebbero determinare effetti collaterali come tachicardia, senza contare che alti dosaggi sono considerati dopanti. Inoltre, la caffeina ha dimostrato ridurre l’assorbimento di micronutrienti come vitamine del gruppo B, calcio e ferro.

Approfondiamo l’argomento parlando dei Chetoni Esogeni. Si tratta di sostanze introdotte dall’esterno (da qui il termine esogeno) tramite polveri o bevande. In fisiologia, i chetoni sono composti organici prodotti in seguito al catabolismo degli acidi grassi (beta ossidazione) in seguito a diete che prevedono un ridotto apporto di carboidrati (diete chetogeniche); rappresentano il substrato utilizzato dal cervello in alternativa al glucosio (nel caso in cui livelli di glucosio ematico non siano in grado di soddisfarne il fabbisogno giornaliero). Diversa è la chetoacidosi metabolica, condizione dannosa per l’organismo che si instaura in coloro i quali sono impossibilitati all’utilizzo dei carboidrati a scopo energetico (soggetti diabetici o che non introducono sufficienti quantità di carboidrati per periodi lunghi).

La concentrazione ematica di chetoni però agisce in maniera indiretta sul processo di dimagrimento; si dimagrisce infatti in seguito all’aumento del senso di sazietà legato ad una buona presenza di chetoni nel sangue, che determina in seguito un ridotto intake calorico, motivo del successo della dieta.

Fabio Buzzanca

fabio.buzzanca@tiscali.it