Aperture di credito a soggetti e società che non avevano i requisiti necessari, operazioni ai limiti del riciclaggio e dell’autoriciclaggio, soci e membri del consiglio di amministrazione con pesanti pregiudizi giudiziari.

Sin dalle prime ore del mattino di ieri 24 novembre, sono in corso attività di polizia giudiziaria in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di 17 soggetti, indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato previste dagli artt. 416 (associazione per delinquere), 512 bis (trasferimento fraudolento di valori), 648 bis (riciclaggio), 648 ter n. 1 (autoriciclaggio) del codice penale, art. 11 del DLG n. 74 del 2000 (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte), nonché – a titolo di responsabilità delle persone giuridiche – nei confronti della Banca di Credito Peloritano S.p.A. di Messina per gli artt. 24 ter (Delitti di criminalità organizzata), 25 octies (Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nonchè autoriciclaggio) D. Lgs. n. 231/2001 (in relazione agli artt. 416, 648 bis, 648 ter.1 c.p.).

L’attività di polizia giudiziaria in corso si è resa necessaria, al fine di acquisire agli atti del fascicolo, aperto presso questa Procura, elementi fondamentali per la cristallizzazione delle eventuali responsabilità penali ipotizzate nei confronti degli indagati tra i quali figurano alcuni soci e membri del cda della banca e altri soggetti collegati invece agli indagati principali: Antonino Fazzio, Nino Giordano, Giacomo e Marco Giordano, Vito Ladik, Vincenzo Martorana, Grazia Parisi, Sebastiano Rodilosso, il commercialista Enzo Barilà, Oscar Pappalardo, Michele Vasari, Giuseppe Denaro, Hermes Raffone, Giuseppe Latella, Carlo Palazzo, Rocco Bambaci.

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