Test rapidi «raccomandati», ma di fatto obbligatori per chi arriva. Negozi e locali, ai sindaci carta bianca sulle strette. E i medici di base in campo sul tracciamento
Nell’ordinanza, infatti, torna l’obbligo, per chiunque arrivi, di registrarsi con gli strumenti digitali della Regione. Dovrebbe essere riutilizzata “Sicilia SiCura”, già scaricata negli scorsi mesi da migliaia di cittadini, molti dei quali appartengono alla schiera dei circa 70mila arrivi previsti a partire dalla prossima settimana, più di un terzo prima del 21 quando scatterà il divieto di rientro per i non residenti.
Gli scali di Fontanarossa (predisposta un’area medica anche nel terminal A, che affiancherà quella già operativa nel terminal C) e di Punta Raisi (c’è già una zona dedicata, con 8 postazioni) sono pronti. E anche i principali porti per traffico di passeggeri sono stati allertati. Può essere esentato dal test rapido chi, arrivando in aereo o in nave, abbia già un tampone con esito negativo nelle ultime 72 ore. Più complicato regolamentare i controlli di chi torna in treno, in autobus o con la propria auto. In questo caso si pensa a dei drive-in nei pressi delle stazioni e agli sbarchi a Messina, sul modello di quelli già sperimentati per alcune categorie e sui territori anche dei comuni più piccoli.
Allo screening di massa sui siciliani che rientrano, nell’idea di Ruggero Razza (che ha predisposto assieme al suo gruppo di lavoro lo schema dell’ordinanza, alla quale potrebbe seguire anche una circolare dell’assessore), sarà accoppiato un significativo rafforzamento di uomini e di mezzi: circa 250 sanitari in più, per evitare di creare dei pericolosi “imbuti” nelle operazioni di controllo. I drive-in dovrebbero servire anche per ripetere il test dopo cinque giorni dall’arrivo.
Ma dal Cts trapela anche l’ipotesi di un coinvolgimento diretto dei medici di base: potrebbero fare anche loro i tamponi rapidi a chi torna avendo mantenuto la residenza in Sicilia. Più certo l’impiego immediato per rimediare ai ritardi delle Asp nella gestione del tracciamento e delle quarantene. E dovrebbe essere messo nero su bianco già nell’ordinanza di oggi, rispondendo a una precisa condizione dei professionisti.