Una storia, un personaggio, da sempre dominato da una sorta di “delirio di innocenza” con la coscienza a posto.
Ed è qui che si sbaglia, commettendo un grossolano errore di valutazione, sicuramente non perdonabile per chi ha dedicato parte della propria vita ad amministrare la cosa pubblica.
Non sono i Giudici a dare la patente di “coscienza pulita” agli amministratori pubblici. La magistratura verifica se determinati comportamenti tenuti da un singolo sono o meno compatibili con l’ordinamento e agisce di conseguenza. Punto e basta.
Ci sono uomini che non hanno ancora purtroppo capito che i giudizi morali non prevedono solo la stretta osservanza dei Codici ma vanno più in là, molto più in là.
Il Codice Penale traccia dei confini precisi entro i quali i singoli si possono muovere liberamente. Per l’Amministratore pubblico gli spazi di manovra sono molto più limitati rispetto a quelli disponibili per i normali cittadini: in altre parole, molte cose lecite sono sconsigliate se non addirittura negate, eticamente parlando, per un Amministratore. Se il soggetto si attiene strettamente al Codice Penale e non riesce a capire o fa finta di non capire che il suo comportamento deve essere rigorosamente improntato alla correttezza, all’onestà, alla assoluta mancanza di un tornaconto personale o dei suoi parenti, soci in affari e amici, lontano da qualsivoglia sospetto circa potenziali o effettivi conflitti di interesse, alla costante e intransigente anteposizione degli interessi della sua collettività a quelli suoi personali, allora non è certamente un uomo, un amministratore di cui andar fieri!
Bisogna andar fieri solo di quei pochi amici, uomini che hanno continuato da sempre una stessa battaglia, ostinati, mai arrendovoli, sempre presenti a vigilare e parlare con coraggio. Oggi il loro premio è la certezza di aver avuto sempre ragione, fieri di poter camminare a testa alta, perché in certe pagine pare oggi che ormai siano racchiusi definitivamente tutti i miseri comportamenti che hanno messo in ginocchio una comunità, oltraggiando la storia e le regole scritte dai nostri padri, fin dai giorni dell’autonomia.