Partiamo da una certezza, inconfutabile, la verità è oggettiva!

L’ambiente del giornalismo, al di là di quello che si possa pensare, spesso è molto subdolo. Sono tante le parole non dette tra colleghi e molto spesso si ricevono ”consigli” dei quali sarebbe bene fidarsi.

Per quanto i condizionali siano d’obbligo nella nostra professione, non dobbiamo scrivere ciò che la gente “dovrebbe” sapere, bensì ciò che la gente deve sapere. Tutto questo si riassume nel concetto di “verità”, parola agrodolce che rende credibile il giornalista.

So bene quanto faccia paura ad alcuni la verità. So bene anche cosa si “rischia” quando tu racconti la verità forte di documenti, testimonianze ed evidenze. Nella vita però occorre scegliere se fare il giornalista soprammobile da salotto o il giornalista libero che informa le masse senza distrarle dalla realtà dei fatti.

Elena Ricci

Molto spesso siamo noi giornalisti il “mezzo di trasporto” che conduce l’opinione pubblica alla verità. Il nostro obbligo morale prima, professionale poi, è quello di accompagnare il lettore e spiegare lui cosa accade.

Questa dovrebbe essere, anzi è ,la differenza sostanziale tra chi fa vera informazione e chi, invece, si occupa della distrazione di massa .

L’Italia così come è ora, non è un Paese per giornalisti liberi. Si preferisce creare “grandi nomi” privi di contenuti ma pronti ad appoggiare qualsiasi cosa, oscurando grandi penne che raccontano le cose come realmente accadono. E quando oscurarle non è sufficiente, le si inonda di fango con la speranza che gli tappi la bocca, affogandole.

Elena Ricci

Ma non c’è fango che tenga quando si è forti della verità, essa viene a galla trascinando in superficie lo sporco, cosicché a tempo debito, tutti possano vederlo.

Siate voi stessi sempre!, non scendendo mai a compromessi. L’ho promesso a me… e lo consiglio a voi!. BUONE FESTE

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