Nuovo Cantautorato Italiano
“Ristrutturazioni” è il terzo album della cantautrice romana Agnese Valle, che si caratterizza per l’introduzione, nel suo stile cantautorale, di nuove sonorità elettroniche.
Agnese vanta importanti riconoscimenti, alcuni ottenuti con brani di questo stesso album, già usciti come singoli.
Ma dati biografici e palmares li trovate facilmente in rete, meglio parlare dell’album.
I testi curati e le sonorità ricercate introducono in un mondo di sentimenti, immagini, viaggi, visioni, seguendo un filo conduttore che è strumento di un percorso che porta al rinnovamento, attraverso la “ristrutturazione” citata nel titolo che può essere molto dolorosa, e non importa se conservativa o demolitiva.
C’è un cuore, in “Palmo su palmo”, rinato come un campo tornato fertile dopo essere stato a maggese, ma poi c’è lo sgomento di un “Cortocircuito” umano; c’è un tetto che può essere protezione o ostacolo in “Come la punta del mio dito”, ma si intravede l’occasione di (ri)fiorire, se anche un “Cactus” può trasformare le sue spine in fiori.
“Al banchetto dei potenti” fotografa la vacuità della corsa al potere che però nulla può davanti alla violenza e alla morte causata da stragi o terremoti quando “La terra sbatte”.
Le Matres Matutae della città di Capua, metaforicamente fatte “Di carne e di pietra” introducono alla delicatezza dell’abbandono che troviamo ne “L’ultima lettera dell’astronauta”, che si trasforma in incubo claustrofobico in “Fame d’aria” subito, però, mitigato dalla “Ventilazione” (proprio quella di Ivano Fossati).
Infine, troviamo “Il tonno” che sfida il branco nuotando controcorrente, per sfuggire a fine certa ed approdare a vivere il presente di “Scivola”.
Attraverso chiaroscuri e contrasti, Agnese Valle in questo album racconta la necessità, la difficoltà ed infine la riuscita di un cambiamento che compiendo la metaforica ristrutturazione, e passando attraverso paure e dolori, giunge a positivo compimento e lo fa con estrema delicatezza e cura dei dettagli, con brani ben suonati ed arrangiati, sempre strumentali al racconto e con atmosfere che lo completano.
Rino Bonina