Salvatore Maria Ruisi
“Niente non rimane niente.”
E’ una asserzione molto forte, cosa significa esattamente per te? Quando nasce questa riflessione e da quale sorgente ispirativa?
“Niente non rimane niente” ha per me un significato profondo e contrastante. Se da un lato è un asserzione molto forte e negativa, dall’altro è anche possibile scorgere qualcosa di assolutamente positivo. È un pò come osservare il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Il brano ci spoglia, toglie qualcosa, anche di vitale, per arrivare a quel niente essenziale che ci fa apprezzare davvero le cose importanti. Privati del contorno ci aggrappiamo a tutto ciò che, nonostante sia scivolato via nel tempo, permane ancora dentro di noi. Un brano pensato e scritto qualche giorno prima che mia figlia compiesse un anno, un anno della mia vita che ha messo in discussione certezze e priorità improvvisamente ribaltate.
“Niente non rimane niente”,
E’ il secondo estratto dal tuo album d’esordio. quali sono le tue aspettative da questo lavoro?
Ho imparato a non farmi travolgere dalle aspettative e a prendere tutto quello che arriva. Spero soltanto che l’album possa ricevere la giusta attenzione per approdare in luoghi mai esplorati prima in questo mio viaggio musicale. Allargare in un certo senso i miei orizzonti. Con assoluta libertà ho cercato sonorità che si adattassero meglio ai brani e al mio modo di essere, lontane da mode del momento e da ciò che ci si può aspettare oggi da un artista emergente e quindi non so cosa aspettarmi. Ad ogni modo sono felice di come ho lavorato, coerentemente a ciò che sono e suono.
Come si intitola il tuo Album d’esordio e quando pensi che uscirà?
L’album uscirà in primavera, anche se non abbiamo ancora una data certa. Stiamo lavorando per capire quale potrebbe essere il momento migliore, in attesa che il settore musicale possa ritornare, dopo un anno di stasi, a muoversi nuovamente a 360 gradi.Sul titolo non mi sono ancora sbilanciato, farò poi un annuncio in merito con la copertina ufficiale dell’album quando sapremo indicare la data certa di uscita. E’ tutto pronto, io non sto più nella pelle affinchè tutto questo lavoro veda finalmente la luce, ma proprio nel rispetto del lavoro che c’è stato dietro a tutto l’album è importante attendere il momento migliore per raccoglierne i frutti.
Parlaci un po della produzione artistica di questo disco, come ha arricchito la tua musica? l’ha in qualche modo influenzata?
L’intero album è stato registrato a Palermo presso gli Indigo Studios con la produzione artistica di Fabio Rizzo e Donato Di Trapani. In fase di pre-produzione ho lavorato con un amico, Peppe Bisconti. Un confronto quotidiano durato intere settimane durante il primo lockdown e a distanza, che mi ha stimolato tantissimo e mi ha permesso, una volta entrato in studio, di avere le idee più chiare su come realizzare musicalmente il mio album. Fabio e Donato, in studio, sono riusciti ad entrare delicatamente nel mio mondo e a mettere a disposizione ogni conoscenza, arma e strumento per rendere al meglio I brani. Lavorare con dei professionisti stimati è stata una grande opportunità, ogni loro consiglio ha influenzato, contribuito e arricchito la mia visione musicale.
Una domanda più politica: come pensi si stia evolvendo il panorama musicale italiano e come pensi che muterà dopo questa pandemia?
Non so cosa aspettarsi, in generale non solo nel panorama musicale, dopo la pandemia. Non è facile prevederlo, come del resto non era facile immaginare qualche tempo fa di poter vivere un periodo del genere.In merito alla musica, piu che una previsione, la speranza è che, in particolare tutta l’industria musicale, stia vicino agli artisti, che li sostenga in nome della bellezza e dei contenuti e non per correre sempre dietro ai soliti numeri e alle solite apparenze. Ci stiamo abituando al nulla, ad apprezzare il superfluo e la musica piuttosto che adeguarsi e seguire questa deriva, può giocare un ruolo chiave, come ha fatto in passato. Certo con le canzoni non si fanno le rivoluzioni, ma la bellezza della musica, della letteratura e dell’arte tutta, può salvarci da questa povertà culturale che condiziona e influenza le nostre vite.Nel mio piccolo, io ci provo, sperando di non rimanere schiacciato da quest’andazzo dove chi ha più followers è più valido, come dimostrato per esempio nell’ultimo Sanremo, quello della rinascita.
Grazie