Nel 2020 la povertà in Italia è cresciuta in modo sensibile,  stabilendo il record rispetto ai dati raccolti dall’Istat dal 2005: sono oltre 2 milioni le famiglie in povertà assoluta (il 7,7% del totale contro il 6,4% del 2019,) con un aumento di 335 mila famiglie. Complessivamente le persone in povertà assoluta in Italia, invece, sono 5,6 milioni (il 9,4% contro 7,7% del 2019), ossia oltre un milione in più rispetto all’anno precedente.

L’incidenza della povertà assoluta tra la popolazione, oggi risulta più che raddoppiata negli ultimi dieci anni, mentre è triplicata se si prendono in considerazione gli ultimi 15 anni: l’incidenza è rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti.
Adesso l’Italia, per una volta, è prevista crescere al ritmo della media europea al 4,2% nel 2021, recuperando parzialmente il crollo (-8,9%) dell’anno scorso.

Le previsioni sono in rialzo anche per il nostro paese, che era stimato crescere secondo le analisi precedenti della Commissione europea del 3,8% sia nel 2021 che nel 2022. Ha contribuito, probabilmente, anche il deficit previsto dal governo italiano per quest’anno: dovrebbe infatti raggiungere addirittura l’11,7% del Pil, più dell’anno scorso, per via dei forti incentivi alla domanda e agli investimenti che si vogliono mettere in campo. Un impulso che ovviamente ricadrà sul debito pubblico, previsto dall’Ue poco sotto il 160%.

Secondo Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici, «le previsioni di crescita per l’Italia, dopo una recessione molto significativa nel 2020, sono
positive e incoraggianti».

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