Un grande esempio di impegno e determinazione dagli scolari romani ricoverati: hanno seguito le lezioni in Dad e affrontato la prova a distanza grazie al progetto del Miur
Il progetto del Miur
Il progetto del Ministero dell’Istruzione consente a chi è ricoverato per patologie o disabilità di poter seguire le lezioni a distanza e sostenere con questa stessa modalità gli esami per tutti gli ordini e gradi scolastici.
«Scuola in Ospedale garantisce, alle bambine e i bambini come alle ragazze e ai ragazzi ricoverati, il diritto a conoscere e ad apprendere in ospedale, nonostante la malattia – si legge sul sito del Miur -. Consente la continuità degli studi e permette agli alunni e alle famiglie di continuare a sperare, a credere e a investire sul futuro. Scopo principale delle attività svolte con i degenti in età scolare, che si trovano ricoverati in ospedale, è aiutarli a intraprendere un percorso cognitivo, emotivo e didattico che permetta di mantenere i legami con il proprio ambiente di vita scolastico».
In tutta Italia sono presenti «211 sezioni ospedaliere che vedono coinvolti 915 docenti, nel 2019/2020 ne hanno usufruito 41.367 studenti, prevalentemente della Scuola dell’infanzia e primaria (circa il 70%) e 4.250 della Scuola secondaria di II grado, con l’ausilio di 915 docenti».
La prova
Un modo concreto di garantire a tutti, e in tutte le condizioni, il diritto all’istruzione. Anche se lontani dalla loro scuola, dagli insegnanti e dai compagni, con uno spirito diverso, gli esaminandi “speciali”, perché equipaggiati di una speciale forza d’animo, non si sono scoraggiati affatto. E ce l’hanno messa tutta per essere all’altezza di un momento così importante nella loro vita, uno dei primi traguardi da raggiungere e superare per andare avanti e non arrendersi di fronte a nessun ostacolo. Per questo si sono impegnati al massimo per superare la prova, mettendosi in contatto con i professori della commissione attraverso pc, smartphone e tablet a far da filo continuo fra studenti e docenti. Tutti strumenti messi a disposizione dalla tecnologia che, come la medicina, punta a superare limiti e barriere di ogni tipo a beneficio dell’evoluzione. E del futuro di chi vuole, anzi ha il diritto di guardarlo con fiducia e ottimismo. Anche e soprattutto da una corsia d’ospedale.