A Bologna, con il 36,5%, nonostante la concorrenza interna delle liste civiche che sostenevano Lepore, rimane saldamente il primo partito. Anche se ha guadagnato un punto rispetto alle comunali del 2016 (quando la coalizione era molto più stretta), per i meccanismi elettorali non avrà più, però, la maggioranza assoluta in consiglio comunale. Nell’area del centrosinistra Coalizione civica mantiene le proprie posizioni (7,32%) ma non sfonda, perdendo oltre un punto rispetto alla lista omologa che si era presentata alle regionali con Bonaccini. Crolla, invece, il Movimento 5 Stelle che scende al 3,37%: si assicura comunque un seggio nel prossimo consiglio. Nel centrodestra è invece evidente il travaso di voti fra Lega e Fratelli d’Italia. Il Carroccio perde terreno rispetto a cinque anni fa e più che dimezza i voti in confronto alle regionali (dall’18,45 al 7,74%). Progressiva e continua invece la crescita di Fratelli d’Italia: era al 2,4% nel 2016 arriva al 12,63%, con la golden share dell’opposizione. Una crescita che va in parallelo con quella nazionale, ma che è dovuta anche al passaggio da Forza Italia a FdI del gruppo che fa riferimento a Galeazzo Bignami. Buon risultato, ma fuori dal consiglio comunale per Potere al Popolo (2,49%) che ha raccolto i voti dell’ala sinistra ostile a Lepore. Infine da segnalare il risultato del Movimento ‘3V’, dichiaratamente no-vax che ha preso l’1,63%, quasi 2.500 voti.
Dopo un percorso complicato che lo ha portato alla candidatura, Lepore esulta e con lui il Pd, che perde qualche punto percentuale rispetto alle ultime regionali, ma rimane comunque saldamente il perno della maggioranza. Non sfondano, ma determinano la propria presenza sia Coalizione civica, il rassemblement delle varie sigle alla sinistra del Pd attorno al 7%, sia la lista, con dentro Italia Viva e targata Isabella Conti, la sfidante di Lepore alle primarie, che si è attestata attorno al 5%. Crolla, invece, il Movimento 5 Stelle, poco oltre il 3%. E dopo aver incassato la vittoria, Lepore ha proposto il proprio modello al centrosinistra italiano, a cominciare dall’alleanza strutturale con il Movimento 5 Stelle.
“Il Movimento 5 Stelle – ha detto – ha passato un momento di travaglio, ma non ha mai avuto dubbi di stare dalla parte progressista. Mi auguro scelga da che parte stare, è un’ottima ragione per fare questa scelta anche nel resto del Paese”. Ma va oltre: “credo che da questa vittoria i progressisti e democratici nel nostro paese e in Europa trarranno forza. Io voglio invitare tutti i sindaci progressisti vincitori di queste elezioni a unirsi, perché da Bologna, Milano, Napoli e sono convinto presto da Torino e da Roma, da tutte le città governate dal centrosinistra in Italia partirà la riscossa per le prossime politiche a livello nazionale. Dobbiamo partire dai nostri territori, dalle nostre città, dalle nostre comunità”.