La giornata del 4 ottobre è stata caratterizzata in tutto il mondo dal blackout di Facebook, Instagram e Whatsapp, durato quasi 7 ore. Gli utenti non hanno potuto accedere ai loro profili e, in molti casi, neanche alle app che utilizzano gli account social per effettuare il login. A rivelare la  la causa principale del blocco è stato New York Times, che ha raccolto la spiegazione di John Graham-Cumming, chief technology officer della società di infrastrutture web Cloudflare: “Il problema interno che si è verificato in Facebook è stato l’equivalente del rimuovere i numeri di telefono degli utenti dai loro nomi in rubrica, rendendo impossibile chiamarsi. È come se improvvisamente fossero stati cancellati i percorsi che consentivano agli utenti di accedere ai server di Facebook” – ha raccontato Graham-Cummings – “In pratica, milioni di smartphone e di altri dispositivi cercavano insistentemente di trovare le app di Facebook su Internet e questi tentativi inutili generavano traffico che rallentava tutti gli altri accessi”.

Una volta risolta l’emergenza (il più grande down di sempre per il colosso di Menlo Park) non sono tardate le scuse da parte dei vertici. “Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger stanno tornando online adesso. Mi scuso per l’interruzione di oggi” – scriveva sul proprio profilo Mark Zuckerberg intorno all’una di notte italiana – “So bene quanto voi facciate affidamento sui nostri servizi per essere connessi con le persone a cui volete bene”. Scuse tempestive che non hanno però evitato l’inevitabile crollo del titolo Facebook, che in borsa ha chiuso la giornata in ribasso del 4,89% segnando una perdita monstre di circa 6 miliardi di dollari. Non solo, stando alle stime dell’agenzia Bloomberg la perdita economica a livello mondiale si aggira intorno ai 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione dei servizi online dell’azienda.