L’aumento esponenziale dei contagi da Covid-19, spinto anche dal diffondersi della variante Omicron, ha riacceso il dibattito sull’efficacia dei tamponi antigenici come strumento per far fronte alla pandemia. Considerati meno attendibili dei test molecolari, sono adesso sotto osservazione da parte della comunità scientifica per la loro capacità nel rilevare la presenza nell’organismo del nuovo ceppo di coronavirus
La Food and Drug Administration statunitense ha messo in luce come “dati preliminari suggeriscono che i test antigenici rilevano la variante Omicron con una sensibilità ridotta” rispetto ad altre varianti del coronavirus
Da alcuni studi sembra invece emergere che la variante Omicron, che colpirebbe più la gola dei polmoni, verrebbe rilevata meglio attraverso prelievi di materiale genetico dalla gola, piuttosto che del naso. Vanno in questa direzione le ricerche effettuate dall’University College di Londra