Milazzo – Fuori dai cancelli della Raffineria, questa mattina a Milazzo hanno protestato in maniera pacifica i lavoratori della Sicem, azienda storica dell’indotto, che lamentano cinque mensilità non pagate e preoccupazione per il futuro. «Era plausibile che la situazione della Sicem sarebbe potuta sfociare in una protesta – ha evidenziato il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, ieri presente all’assemblea dei lavoratori dell’indotto della Raffineria – avevamo anche comunicato alla Raffineria che ci sono tante famiglie allo stremo che non ricevono lo stipendio dallo scorso mese di ottobre. Mi auguro che la mobilitazione di questa mattina possa fare alzare il livello di attenzione e che la Raffineria, così come si era impegnata, possa sostituirsi all’azienda e liquidi direttamente le spettanze. Oggi è anche in condizioni di farlo perché ha già le buste paga».

La difficoltà della Sicem è uno degli argomenti trattati nel corso dell’assemblea dei lavoratori che si è tenuta nella serata di ieri a Milazzo. Sul tavolo anche il futuro della Raffineria e delle attività che ruotano attorno ad essa. «C’è la necessità di definire tutta la questione anche della nuova impresa che sostituirà la Sicem e che auspichiamo mantenga la di continuità di occupazione. Con la Raffineria occorre capire come questi lavoratori rientreranno nel ciclo produttivo, così da dare garanzia e stabilità. A Milazzo, oggi, c’è un problema sociale che sta aumentando ed è fondamentale affrontarlo tutti insieme. È un tema molto più ampio su cui stiamo lavorando già da tempo. Il futuro della Raffineria è legato a tutto ciò che riguarda transizione energetica ma occorre che venga definitivamente fatta chiarezza sul futuro con una class=””>road map da parte della Raffineria, come abbiamo detto più volte, che deve dirci come intende affrontarla e con quali investimenti. Solo così si potrà accompagnare, tutti insieme e in maniera responsabile, il territorio ad un passaggio fondamentale per il territorio. Anche con classe politica locale, regionale e nazionale deve essere presente, legando il discorso anche al Pnrr. Ci vuole chiarezza, basta con parole come “vogliamo stare, vogliamo esserci” ma poi si tagliano gli investimenti. Come sindacato siamo disponibili a fare fronte comune, ad avviare un grande patto sociale per accompagnare questa transizione nell’intero territorio»

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