L’avvocato Lucio Nicolò Fonti Castelbonesi ha avviato lo sciopero della fame“Si scrive Green Pass si legge pena di morte per affamamento. L’Italia continua a scoccare la frusta fascista, i fascisti sono tornati”, afferma il legale riprendendo il tweet di Steve Hanke, co-direttore e professore nella Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland (Stati Uniti). Fonti Castelbonesi è fortemente critico contro le norme anti-Covid imposte dal governo italiano e soprattutto l’ultima, entrata in vigore oggi, che prevede la sospensione dal luogo di lavoro per i cittadini sprovvisti di Super Green Pass.Lucio Nicolò Fonti

La sua lettera – “Salve, sono Lucio Nicolò Fonti Castelbonesi, ho 54 anni e da oltre vent’anni esercito la professione di Avvocato.
Da giorno 15 febbraio non potrò più accedere ai palazzi di giustizia, per cui non potrò più, di fatto, continuare a lavorare.
Tutto questo nasce dalla imposizione, per le Persone che abbiano compiuto i cinquant’anni di età, del possesso di una sorta di “tessera per vivere” che lo stato, per sua gentile concessione, rilascia solo a chi si è piegato al ricatto vaccinale, salvo le rare ipotesi di esenzione per motivi di salute o esenzione temporanea per guarigione da malattia covid 19.
Questa tessera si chiama “green pass rafforzato”, se non la possiedi non puoi lavorare e se non puoi lavorare sei privato dei mezzi di sostentamento, non potendo procurarti il cibo per te e la tua famiglia.
Ciò, alla logica e alle regole della natura non si sfugge, significa la CONDANNA ALLA PENA DI MORTE PER AFFAMAMENTO nei tuoi confronti e dei tuoi familiari.
I “giuristi” del principe potranno fare mille ragionamenti per dire che non è così e che tale imposizione sia legittima e lecita, ma, salvo in questo nuovo mondo orwelliano, non volere sovvertire anche le regole finora certe della natura, se non mangi muori.
Come ormai pacificamente riconosciuto da tutti, il green pass è una misura squisitamente politica che non ha alcuna valenza di prevenzione e contenimento della diffusione del virus SARS COV-2, anzi ne è il più potente strumento di diffusione, atteso che chi è vaccinato lo contrae e lo contagia però, esibendolo, può tranquillamente circolare e infettare chiunque.
Essendo strumento politico e non sanitario, a maggior ragione la sua introduzione rappresenta un’aberrazione giuridica e di fatto si traduce in un vile e feroce ricatto autoritario nei confronti di chi ha motivo di ritenere di non doversi vaccinare ed è, tra l’altro, per questo già sanzionato con la multa di cento euro.
Non cito la Costituzione, perché tale aberrante tessera di nazista memoria, nulla ha a che vedere con la Carta Fondamentale e solo dei mistificatori senza scrupoli potrebbero discuterne accostandovela.
Si tratta quindi di una surrettizia introduzione nel nostro ordinamento, non più giuridico, della PENA DI MORTE MEDIANTE AFFAMAMENTO DEI DISSIDENTI POLITICI E DEI LORO FAMILIARI.
La mia Dignità di Uomo che nasce Libero e per Vivere non può accettare invece di “sopravvivere” in una pseudosocietà che tollera e accetta la PENA DI MORTE PER IL DISSIDENTE POLITICO E I SUOI FAMILIARI né UNA VITA che ti viene distribuita a gocce CON LA TESSERA e solo sulla base della tua obbedienza al potere di turno.
Per questo da giorno 15 febbraio, data di entrata in vigore per gli ultracinquantenni dell’obbligo del possesso della “tessera per vivere” denominata “green pass rafforzato” ho deciso di intraprendere LO SCIOPERO DELLA FAME.”

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