Si conclude con un accordo transattivo stipulato tra le parti l’annosa questione relativa alla partita contabile di debiti e crediti tra il comune di Sant’Agata Militello e l’Ato Messina 1 Rifiuti spa in liquidazione, da cui si era originato un contenzioso giuridico a seguito del ricorso per decreto ingiuntivo promosso nel 2020 dall’ex società d’ambito per un presunto credito vantato di oltre 7,5 milioni più interessi.
Somme pretese per fatture emesse dall’Ato Messina 1 tra il 2009 e il 2013 relativamente alla cosiddetta “sotto fatturazione” degli anni 2005/2008 ed ulteriori fatture nel periodo 2013/2018 per il servizio svolto nell’anno 2013 ed ulteriori costi generali di gestione, per le quali l’amministrazione comunale di Sant’Agata Militello, rappresentata dagli avvocati Massimiliano Fabio e Alfio Pappalardo, aveva opposto ricorso innanzi al Tribunale di Palermo sezione specializzata per le Imprese.
L’accordo transattivo raggiunto, che estingue ogni giudizio pendente, prevede in sostanza la compensazione del credito fatto valere dall’Ato Me 1 spa in liquidazione nell’ingiunzione di pagamento con parte di quello fatto valere nel giudizio di opposizione dal comune di Sant’Agata Militello, derivandone inoltre un credito complessivo finale per il comune stesso pari a circa 182 mila euro.
“Siamo estremamente soddisfatti dell’esito delle querelle, oggi definita con una transazione che tiene conto degli interessi di entrambe le parti. Il Comune di Sant’Agata Militello, grazie al lavoro difensivo dei nostri legali, supportati dagli uffici finanziari e dai consulenti di Centro Studi, esce dalla vicenda addirittura con un discreto credito. In questa sede non possiamo che ringraziare, inoltre, i vertici dell’AtoMe1 per la disponibilità al dialogo ed al confronto costruttivo, volto esclusivamente a trovare una soluzione condivisa, rispettosa della tutela dell’interesse pubblico generale. Anche in questa occasione, l’Amministrazione Comunale ha dimostrato di essere in grado di affrontare problematiche e vicende molto complesse, riuscendo a salvaguardare i conti pubblici, con buona pace dei soliti improbabili oracoli del dissesto che, preannunciando catastrofi e sciagure, hanno sperato fino all’ultimo in una sconfitta giudiziaria per l’Ente”.